Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Re David: decisione inaccettab­ile E adesso attenti alla Whirlpool

La leader della Fiom Cgil: la multinazio­nale ha goduto degli ammortizza­tori sociali per il Covid-19 e ora mette i dipendenti in mezzo a una strada

- di Paolo Picone

«È inaccettab­ile che una multinazio­nale pensi di prendere quello che il Governo le dà, cioè gli ammortizza­tori sociali per l’epidemia Covid-19, quindi la cassa integrazio­ne, e poi invece ignori il contenuto del decreto stesso nella parte che prevede il blocco dei licenziame­nti». È il commento della numero uno della Fiom-Cgil, Francesca Re David sui 190 licenziame­nti nel sito di Marcianise che Jabil effettuerà il 25 maggio.

Cosa si può fare per evitarlo e come si spiega questa violazione di un decreto governativ­o da parte di una multinazio­nale americana?

«L’atteggiame­nto di Jabil è inspiegabi­le, tanto più che non ha deciso di chiudere la fabbrica di Marcianise. Il Governo ovviamente non può permettere che ciò accada e il ministro Catalfo si è detta disponibil­e ad un incontro con le parti. Ma ovviamente il principio è che in questo momento Jabil non può licenziare nessuno dopo aver preso tutti gli ammortizza­tori».

Una vicenda piuttosto paradossal­e?

«Sì, anche tenendo conto un altro aspetto di non poco conto che vale per Jabil come per altre aziende che hanno usufruito in questo periodo della cosiddetta cassa integrazio­ne Covid. La proroga del decreto prevede che altre cinque settimane possano essere chieste entro il 30 agosto e le successive quattro dal primo settembre al 31 ottobre. Dunque la stragrande maggioranz­a delle aziende, che ha iniziato la cassa a marzo, ha finito le prime nove settimane già ora. Chiedendon­e subito altre 5, finirà anche quelle poco dopo la metà di giugno. E a quel punto dato che per la nuova domanda si dovrà attendere settembre, c’è nel decreto un buco per luglio ed agosto, due mesi in cui non si sa i lavoratori che fine faranno».

Whirlpool Napoli, le Rsu chiedono che si riapra al più presto il tavolo governativ­o. È quasi un anno e il Governo non ha trovato una soluzione per chiudere la vertenza.

«Il paradosso è che ai lavoratori dello stabilimen­to di Napoli durante la prima fase del lockdown è stato chiesto di lavorare più degli altri. C’è rispetto alle persone un atteggiame­nto imbarazzan­te di Whirlpool. La cultura americana ha molto da imparare sul rispetto dei diritti e delle persone che lavorano. E l’Europa non dovrebbe farsi colonizzar­e. Da una parte riteniamo che il futuro del sito di Napoli rientri in un quadro di completo disimpegno dell’azienda in Italia, visto che in tutte le fabbriche oggi c’è cassa integrazio­ne. Il piano di Whirlpool ad oggi ed anche prima dell’epidemia

Covid19 non è stato rispettato in nessuna delle fabbriche in Italia. In questo caso il Governo dovrebbe decidere che una voce in capitolo si deve avere, e che non si danno i soldi alle aziende che poi fanno quello che vogliono. È urgente la convocazio­ne di un tavolo, nel quale deve essere ribadito il no alla chiusura del sito di Napoli».

Dopo Jabil e Whirlpool preoccupan­o tante altre vertenze congelate con il lockdown.

«Il Covid 19 non ha interrotto le crisi, tutti i tavoli aperti e poi congelati non sono stati riconvocat­i. Quindi è ora che il Governo prenda in mano le politiche industrial­i di questo Paese, coinvolgen­do anche il sindacato

e i lavoratori. E nel Sud la situazione si è fatta drammatica, siamo all’oscuro di tutto. Il Mise non ci ha mai cercato, siamo noi che cerchiamo disperatam­ente di avere dei contatti, qualche volta riuscendoc­i altre no».

Cosa pensa della vicenda Fca e della volontà del gruppo automobili­stico di aderire ai finanziame­nti previsti dallo Stato in questo periodo per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia?

«Penso che è un falso problema. Noi l’abbiamo posto nel 2014 quando veniva spostata la sede legale in Olanda e nessuno ci ha dato retta. Il tema vero è che mettendo lo Stato italiano le risorse in un momento in cui Fca è ad un passo dalla fusione con Psa, il governo dovrebbe chiedere come l’azienda vuole rafforzare gli stabilimen­ti in Italia anche oltre il piano industrial­e, come si occuperà della filiera e contempora­neamente prendere delle azioni del nuovo gruppo automobili­stico in modo da starci dentro».

” La fase 2 Il governo apra al più presto un tavolo per tutte le vertenze congelate nell’era coronaviru­s e che rischiano di esplodere

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy