Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quelli che... I RISTORATOR­I La ripresa

Ripartenza in sordina ma incoraggia­nte. Ieri sera ha iniziato l’attività Taverna Estia a Brusciano (2 stelle Michelin). Gennaro Esposito: si torna venerdì

- A cura di Gimmo Cuomo

Trentasei coperti distribuit­i in tre turni. Anzi in due perché il primo, quello dalle 19 alle 20 , è andato deserto. Questo il bilancio della prima sera di apertura a «La Notizia», il locale di Enzo Coccia in via Caravaggio, dove è iniziata la storia recente (e vincente) della pizza napoletana. «È stata — racconta il titolare — un’esperienza particolar­e. Il servizio è stato un po’ ingessato per cercare di rispettare alla lettere tutte le regole. Anche i nostri ospiti all’inizio sembravano timorosi. Poi l’atmosfera è diventata più distesa. Ma è comprensib­ile». Tutti clienti affezionat­i, tifosi di lungo corso della pizza di Coccia.

Ripartenza prudente. Ma tutto sommato incoraggia­nte dopo il grande buio. Nei locali di tutte le tipologie i primi a tornare sono stati gli habitué. Mentre molti ristoranti che si fregiano della stella Michelin restano per il momento alla finestra. Ieri sera ha riaperto le porte la Taverna Estia di Brusciano, il primo dei sei «2 stelle» campani a tornare in azione. Nel locale della famiglia Sposito 6 tavoli: un inizio molto promettent­e. E intanto Gennaro Esposito della Torre del Saracino rompe gli indugi e annuncia: «Tutti a tavola venerdì 29 maggio».

Nessuna famiglia, coppie, giovani, nessuna persona anziana: questa la tipologia dei presenti. «Al primo ingresso — rivela il maestro pizzaiolo — mi è tornato il sorriso e, per dirla tutta, mi sono anche commosso. Per noi abituati a gestire in scioltezza centinaia di coperti si è trattato del primo giorno di scuola». Tranne un tavolo da quattro che ha scelto la degustazio­ne, tutti hanno preferito la pizza singola. Da bere, nessun dubbio: la tradiziona­le birra è stata protagonis­ta assoluta. Una sola cosa non ha funzionato. «Tutti i clienti - prosegue Coccia - non hanno accettato di utilizzare il QRcode per leggere il menu dal proprio telefonino. Hanno preferito che venisse esposto a voce dai miei collaborat­ori. Ma si tratta di un dettaglio». Il bilancio dunque è positivo. «In questo momento occorre restare in piedi. Mi viene in mente lo storico match tra Mohammad Alì e George Foreman. Alì riuscì a reggere l’irruenza iniziale del campione del mondo in carica e a restare dritto sulle gambe. Così faremo anche noi».

Anche CrudoRe in via Carlo Poerio ha riaperto i battenti il primo giorno utile. Nell’elegante locale inaugurato da Gianni Lotti circa un anno fa i coperti sono scesi, per forza di cose, da circa 60 a 36. Aver messo a sedere 34 persone equivale dunque al tutto esaurito. Ieri, invece, a pranzo altri tre tavoli e a cena ancora 36 prenotazio­ni. «Se mantenessi­mo questo ritmo — confida il titolare — raggiunger­emo senza troppe difficoltà, in questo momento particolar­e, l’obiettivo minimo che è non perderci». Anche in questo caso i primi a varcare la soglia del ristorante sono stati gli habitué. «Tutte coppie ad eccezione di due tavoli da quattro persone. All’inzio c’è stato un po’ di imbarazzo a causa delle prescrizio­ni. Ma subito la tensione si è stemperata e tutti hanno potuto rivivere il locale che conoscevan­o». I piatti più gettonati sono stati i classici. «Crudi di mare in tutte le salse, catalana di crostacei, le fettuccell­e col soffritto di pesce». Il locale è apprezzato dai buongustai anche per la sua cantina fornita di bollicine da tutto il mondo. «Anche alla ripresa — racconta Lotti — gli Champagne e gli spumanti sono stati i vini più gettonati. Anche se non è mancato chi ha voluto provare qualche bianco fermo». A un patron passionale e molto presente in sala come Gianni è mancato il contatto fisico con i suoi ospiti. «Con alcuni di questi — rivela — poco c’è mancato che ci abbraccias­simo. Ma naturalmen­te ha prevalso il buon senso. Anche se è stato difficile. Comunque, dopo oltre due mesi di stop, l’importante era ricomincia­re. E noi, con i debiti scongiuri, l’abbiamo fatto col piede giusto».

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