Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ora ridateci credito
Il rischio è che senza un’adeguata iniezione di liquidità si soccomba all’usura
Iventisei imprenditori campani che qualche giorno fa hanno denunciato pubblicamente altrettanti casi di usura ai loro danni sono la punta dell’iceberg di un fenomeno molto diffuso, soprattutto al Sud, in particolare dopo la crisi indotta dalla pandemia. Episodi che testimoniano come attorno al credito si combatta una battaglia di civiltà tra un’economia legale che, senza un’adeguata iniezione di liquidità, soccombe, e il prepotente avanzare di quella illegale, che prova in tutti i modi, sfruttando le difficoltà di tante aziende messe al tappeto dal Covid19, a sostituirsi alla prima. Infiltrandosi in modo tentacolare nei gangli vitale di un tessuto produttivo sano.
Qui in Campania i segnali sono ancora più inquietanti. Se allora il tema del credito è il vero nodo scorsoio attorno al quale un imprenditore rischia di impiccarsi se non riesce ad accedervi in tempi brevi e a costi sopportabili, la centralità delle banche diventa la cartina di tornasole di quest’ardua prova alla quale è chiamato il Sistema Italia.
Il Decreto Liquidità, varato dal Governo e adesso all’esame del Parlamento, lancia una ciambella di salvataggio alle aziende in difficoltà, micro, piccole, medie e grandi, con gradi diversi di garanzie pubbliche, che possono essere totali per piccoli prestiti fino a 25 mila euro, i quali, come rileva il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, negli ultimi giorni hanno avuto una vera e proprio impennata, e anche meno ampie, ma pur sempre elevate, per quelli di maggiore entità.
In Campania, dove il panorama produttivo è composta quasi esclusivamente da piccolissime e piccole realtà, le banche, sia quelle di dimensione nazionale e internazionale, sia quelle locali, si sono attivate per venire incontro alle esigenze della clientela.
Qualche esempio può essere illuminante in materia: UniCredit supporta l’economia del territorio regionale con un volume di prestiti pari a oltre 5,3 miliardi, a tassi che vanno dallo 0, per quelli fino a 36 mesi, all’1% se arrivano a 6 anni.
Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, diretta da Stefano Barrese, ha istruito finora in Campania operazioni per i 25mila euro pari a circa 100 milioni, in parte già erogati, altri in fase di erogazione.
Ma anche le piccole banche stanno svolgendo il loro ruolo, basti pensare che la Banca di credito cooperativo di Napoli ha già portato a termine 500 pratiche per i 25mila euro.
Naturalmente ciò che conta non è soltanto l’erogazione di liquidità al sistema economico, perché nella Fase 2 stanno venendo a galla, nella regione e in tutto il Sud, migliaia di casi di famiglie in gravissima difficoltà sociale, non più in grado di ripagare i mutui che avevano contratto, i piccoli prestiti al consumo, e che rischiano di essere anche sfrattate dalle case che faticosamente avevano acquistato grazie all’appoggio del sistema bancario.
Due soli dati significativi, in conclusione: in Campania Intesa San Paolo ha sospeso rate di mutui e prestiti personali a fronte di 25mila richieste della clientela per due miliardi di euro. E Unicredit ha concesso 8.700 moratorie nella regione. Ora la patata bollente è nelle mani della Bce che deve continuare a finanziare massicciamente il sistema bancario, altrimenti il meccanismo si inceppa, ma questa è tutta un’altra partita, che si gioca a Francoforte e in Europa, non a Napoli o Roma.
Prestiti a tasso zero
Banche come Unicredit, Bcc e Intesa Sanpaolo si sono attivate per venire incontro alle esigenze dei clienti