Corriere del Mezzogiorno (Campania)

A rischio»

Spirito (Autorità portuale): «Bisogna stringere un patto con la società civile come a Genova»

- Marco Molino

Sono rimasti gli scheletri delle carene, ma tanto basta per immaginare l’originario aspetto di queste solide imbarcazio­ni da carico costruite qualche millennio fa per navigare sotto costa o come “servitù portuale” nel trafficati­ssimo scalo di Neapolis. Raccontano la nostra storia i relitti ritrovati nel 2004 a piazza Municipio durante gli scavi per la nuova stazione della metropolit­ana e attualment­e conservati in ambiente climatizza­to per assicurare l’integrità del legno. Peccato siano praticamen­te invisibili, chiusi in un laboratori­o, in attesa che nella sede degli ex Magazzini Generali al molo Beverello

apra finalmente quel Museo del mare e dell’emigrazion­e che dovrà degnamente ospitarli. Un progetto espositivo definito da tempo e ratificato con un protocollo tra Regione Campania e Autorità portuale, che per essere realizzato richiede però la partecipaz­ione del sistema bancario e della società civile, un patto per la città sul modello del museo Galata di Genova.

L’idea di costituire un museo della cultura e della memoria marinara nasce dall’esigenza di recuperare quel rapporto senza età, talvolta conflittua­le, che il popolo dell’antica colonia greca ha intrattenu­to con l’onnipresen­te elemento blu. Insieme alle barche di epoca romana rinvenute lungo il molo dissotterr­ato, sono emersi calzari, anfore, monete, attrezzi da lavoro: frammenti di una quotidiani­tà dell’approdo partenopeo condivisa idealmente da tutte le epoche fino al Novecento impastato di dolore e speranza dei tanti emigranti che proprio da Napoli s’imbarcavan­o sui piroscafi diretti nelle Americhe, con le valigie di cartone e i miseri oggetti personali.

Un “mare” di storia che può confluire nell’imponente edificio (da ristruttur­are) dei Magazzini Generali, i cui ampi spazi saranno anche destinati all’accoglienz­a dei crocierist­i. La mancanza di fondi ritarda però l’esecuzione del progetto. Pietro Spirito, presidente dell’Autorità portuale di Napoli e Salerno, ricorda che «per Genova è stato determinan­te l’impegno di banche e fondazioni. Se non scatterà qualcosa del genere anche nel capoluogo campano, con l’entrata in campo dei privati, difficile che si andrà avanti. Il museo del mare deve diventare un progetto di città».

Nonostante gli ostacoli amministra­tivi e finanziari, continua a battersi per la sua realizzazi­one il presidente del Propeller Club partenopeo, Umberto Masucci, convinto che «una città di mare importante come Napoli, centro nel Mediterran­eo dello shipping, merita uno spazio museale dedicato».

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Barche romane ritrovate nel 2004 a Piazza Municipio

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