Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Quel ragazzo accoltella­to davanti a me in piazza e l’ambulanza in ritardo

- di Melania Guida

NAPOLI

Nella domenica post lockdown, mi concedo una passeggiat­a tra i Decumani silenziosi. Molte botteghe sono chiuse, c’è ancora poca gente in giro ma è un pomeriggio caldo e sotto le mascherine si intuisce qualche sorriso e la voglia di ricomincia­re.

Alle 18,30 in Piazza Bellini comincia un po’ di via vai. Ragazzi, per lo più. Mi fermo da Nea, uno sguardo alla mostra di «8ki» e un the freddo in terrazza. C’è un amico che non vedo da una vita, si chiacchier­a, rigorosame­nte mascherati e distanziat­i, dell’unico argomento che da tre mesi tiene banco. Si pensa alle vacanze, si ipotizza, si suppone.

La luce è giusta, anche il jazz, niente traffico: è davvero piacevole ritrovarsi. Si è appena aggiunto un altro tavolo, anzi due: bisogna rispettare il metro e mezzo. Siamo ancora pochi ma si sta bene, è una bella serata.

All’improvviso un urlo.

Hanno accoltella­to un ragazzo. C’è qualcuno che corre. Mi affretto sulla scalinata per cercare di capire. Oltre il cespuglio al centro del giardino della piazza, scorgo i piedi di Walter che è disteso in un lago di sangue. Sono tutti affacciati, tutti con i telefoni a chiedere aiuto. Chiamo il 112, il numero unico per le emergenze. Non risponde nessuno. Provo con il 118. Idem. Ripeterò questa sequenza per almeno trenta minuti ininterrot­tamente.

Nessuna risposta. Non sono la sola. Tutti o quasi nella piazza chiamano i numeri di emergenza.

Intanto Walter urla di un dolore disperato. Arriva una volante della polizia. E nel giro di qualche minuto un’altra. Alle 19,20, le macchine delle polizia sono tre. Nessuna ambulanza però. I telefoni continuano a cercare aiuto. È domenica pomeriggio, mi dico, forse ci sono meno operatori. Non mi arrendo. Non posso.

C’è qualcuno che rischia di morire dissanguat­o, in pieno centro storico della terza città italiana, in una zona presidiata, con la luce ancora alta. Siamo tutti sconvolti, con un senso di crescente impotenza e frustrazio­ne.

Meno male che un medico che è lì per caso trova un paio di guanti e prova a tamponare lo squarcio all’addome di Walter che ormai non si lamenta più. Finalmente sento le sirene dell’autoambula­nza. Arriva. Sono le 19,35. Sono passati 35 minuti dall’aggression­e. Walter è ricoverato in gravi condizioni con ferite taglio.

Ieri intanto un fermo per l’accoltella­mento da parte della Mobile: si tratta di un cittadino italiano di 34 anni. È rinchiuso a Poggioreal­e con l’accusa di aver colpito Walter con numerosi fendenti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy