Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Il Centro Coreografico della Regione farà rete e alto perfezionamento»
La proposta del Corriere
«Consensi? Tanti, anche più di quanto mi aspettassi. Ecco perché credo sia giusto precisare meglio la natura del progetto. E cioè cosa intendo quando parlo della nascita di un Centro Coreografico Regionale della Campania».
Gennaro Cimmino, direttore artistico della compagnia di danza Korper, dopo aver incassato i giudizi positivi di molti colleghi torna a focalizzare l’idea lanciata sul Corriere del Mezzogiorno venerdì scorso. «A scanso di equivoci, voglio chiarire una cosa: non penso ad una scuola/accademia per bimbe e ragazzi, ma a corsi di alto perfezionamento per danzatori e danzatrici che hanno già conseguito il diploma nelle scuole del territorio campano e che vorrebbero iniziare la professione nelle compagnie di danza o la carriera di insegnanti conseguendo l’apposita abilitazione».
Queste linee guida sono state condivise dai big della danza campana sulle nostre pagine.
«È vero e ne sono stato molto felice. Il Centro Coreografico Regionale della Campania, come dice Gabriella Stazio, sarà molto vicino ai Centri di Produzione Nazionale della danza sostenuti dal Mibact, solo che oltre alla compagnia di danza residente stabilmente, avrà un focus fondamentale sulla formazione professionale, anche quella organizzativa e manageriale, figure fondamentali del nostro comparto di cui si sente la mancanza, specialmente nella nostra Regione
Campania.
L’idea lanciata da Mara Fusco, che vorrebbe allargare l’interesse del nostro centro a tutto il sud Italia e all’intero bacino del Mediterraneo, potrebbe già essere un possibile indirizzo di interesse e di azione.
«A Giuseppe Picone, Direttore della Compagnia di Balletto del Teatro San Carlo dal 2016 e splendido ballerino, rispondo che sono molto contento che gli sia piaciuto il progetto e che per lo studio finale di fattibilità avremo sicuramente bisogno dei suoi consigli».
Lei ha lavorato a Ravello Festival e al Teatro Festival, due delle principali rassegne artistiche campane. Qual è il bilancio di queste esperienze e, soprattutto, sarebbero possibili sinergie con il Centro Regionale della Danza?
«Sono due storie diverse. Al Festival di Ravello c’era una sezione danza riconosciuta e autonoma con un suo budget, veramente minimo, rispetto ai costi di tutto il Ravello Festival e ciò nonostante, nei suoi tre anni di direzione artistica, Laura Valente ha dato un indirizzo diverso e uno stile nuovo alla programmazione. Tra i tantissimi artisti programmati, vorrei ricordarne tre: Dimitris Papaioannou nel 2016, Marie Chouinard nel 2017, Bill T Jones nel 2018 , i quali oltre a portare in scena i loro spettacoli, sono stati in residenza in Campania per
due settimane, rimodulando coreografie del loro repertorio sui giovani danzatori professionisti della Regione Campania, attraverso un progetto di internazionalizzazione della danza del nostro territorio da noi chiamato “Abballamm’!”, anche questo ideato da Laura Valente. Di giovani danzatori della Regione Campania ne abbiamo ospitati più di cento, sono stati tutti pagati e per loro è stata un esperienza entusiasmante. Con un occhio mirato anche ai coreografi del nostro territorio, abbiamo invitato negli anni: Antonello Tudisco, Luna Cenere, Emma Cianchi, Fabrizio Esposito».
E il Teatro Festival?
«Lì non esiste una direzione artistica per la danza e, dunque, ci si limita in genere a portare in scena un paio di nomi di rilievo. Sistema Med, l’associazione di Musica e Danza interna all’Agis, l’anno scorso ha chiesto di poter programmare un “Focus” della Danza con le compagnie della Campania: la domanda è stata formulata nel luglio 2018; la risposta definitiva, sbrigativa e negativa è arrivata a febbraio 2019. Nonostante non fosse stato richiesto alcun cachet per la realizzazione del progetto ma soltanto spazi e scheda tecnica. Il Festival invece potrebbe essere un importante appuntamento anche per le nostre compagnie di danza, di cui 5 riconosciute dal Mibact e dalla Regione Campania, con tanti successi di pubblico e di critica e tournée in Italia e nel mondo. Nel programma ci dovrebbero essere artisti come:
Anne Teresa de Keersmaeker, Crystal Pite , Hofesh Shechter, Sasha Waltz, Michele Di Stefano, coreografo e regista del nostro territorio, Leone d’argento alla Biennale di Venezia e vincitore quest’anno del Premio Ubu per la migliore coreografia. Avremmo l’occasione, attraverso una prestigiosa vetrina internazionale, di far conoscere meglio il nostro lavoro anche all’estero. Accade già nei festival di danza in Emilia Romagna, Lombardia, Marche e molte altre regioni: perché qui la danza deve essere trattata ancora in questo modo? Per programmare un cartellone specifico, occorrono professionisti appassionati e specializzati del settore: per questo è necessario puntare
Il coreografo Cimmino: anche il Teatro Festival potrebbe essere utile alle nostre compagnie
”
Priorità
Avrà un focus sulla formazione professionale, pure organizzativa e manageriale
sull’alta formazione. L’idea del Centro Regionale della Danza nasce con quest’obiettivo: mettere in rete le esperienze maturate, creare sinergie e nuovi modelli. È giunto il momento di restituire all’arte coreutica il ruolo che le spetta. E sono convinto che ce la faremo».