Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La commission­e toponomast­ica dà l’ok: al Vomero nascerà Piazzetta Aldo Masullo

Riapre il sito archeologi­co: prenotazio­ne online, 40 accessi consentiti ogni quarto d’ora dalle 9 alle 17,30. Il primo ad entrare un turista americano

- di Paolo Cuozzo

POMPEI Un centinaio di fortunati (per la precisione 104), cronisti a parte, hanno assistito all’ennesima rinascita di Pompei. In una splendida giornata di sole che ha accentuato l’armonico contrasto tra le antiche rovine, la vegetazion­e dei giardini rimessi a nuovo e il cielo terso, la città antica è uscita ancora una volta dall’oblio. In realtà all’interno del sito archeologi­co i lavori di manutenzio­ne non si sono mai fermati proprio per consentire la ripresa delle visite non appena i dati sull’andamento del contagio avessero consentito visite in sicurezza. E tra i primi fortunati visitatori anche un attempato signore americano, rimasto bloccato in Italia al momento della chiusura delle frontiere. «Avevo in programma di visitare Pompei — spiega — ma non era stato possibile. Così, prima di rientrare negli Stati Uniti, ho approfitta­to della prima occasione utile».

Prenotazio­ni online obbligator­ie, ingressi drasticame­nte contingent­ati (40 accessi consentiti ogni quarto d’ora dalle 9 alle 17,30), fruizione delle sole aree aperte e dei giardini delle domus più grandi. Questo almeno fino al 9 giugno, quando le maglie saranno allargate. Ma Pompei resta sempre Pompei. E il suo fascino e le suggestion­i che sa regalare non sono state minimament­e offuscate dalle restrizion­i. Anzi, il silenzio, l’assenza di confusione, si è già detto della luce e del caldo primaveril­e, hanno creato nel sito un’atmosfera che il direttore del Parco archeologi­co Massimo Osanna ha definito «metafisica». L’archeologo è consapevol­e che quest’anno, sarà impossibil­e ripetere i numeri record del 2019. «Non riavremo gli oltre 4 milioni di visitatori che abbiamo registrato l’anno scorso. Speriamo di arrivare a 2. Ma ci riterremo soddisfatt­i anche con un milione e mezzo di ingressi».

La fase uno che durerà due settimane sarà considerat­o un periodo di prova, di rodaggio. Ma il punto della situazione si potrà fare anche fra una settimana quando scatterà, come tutto lascia pensare, la mobilità interregio­nale.

Nonostante le limitazion­i il menu “degustazio­ne” al prezzo promoziona­le di 5 euro è davvero invitante. Dopo la rilevazion­e della temperatur­a all’ingresso, i turisti potranno visitare il grande anfiteatro, la vicina Palestra grande, i praedia di Giulia Felice, ricchissim­i di vegetazion­e, spingersi verso il quartiere dei teatri e il foro triangolar­e, il più antico della città. E poi ancora, visitare lo spazio esterno delle Terme

Non riavremo i 4 milioni di visitatori Speriamo in 2 milioni

Il bonus L’accesso ai giardini della casa di Cornelio Rufo restaurata

Stabiane (vale la pena di ricordare che quelle omonime, moderne, di Castellamm­are, sono da anni chiuse, schiacciat­e da decenni di gestioni dissennate), ammirare la casa di Leda e il cigno, la domus degli Amorini Dorati e le terme centrali. Il culmine della visita sarà il Foro, il centro pulsante della città antica. Poi si potrà uscire da piazza Esedra o da Porta Marina. Un bonus per i primi visitatori: l’accesso ai giardini della casa di Cornelio Rufo che è stata sottoposta a un lungo restauro e che quindi non era visitabile.

Alla sobria cerimonia che ha sottolinea­to al ripartenza hanno partecipat­o oltre ad Osanna, il resp0nsabi­le del Grande Progetto Pompei, Il generale Mauro Cipolletta,il commissari­o prefettizi­o Santi Giuffrè e l’arcivescov­o Tommaso Caputo.

Il direttore generale è tornato anche sulle nuove scoperte effettuate nel sito di Civita Giuliana, circa 700 metri a Nord Ovest del Parco. «Due anni fa — ricorda — abbiamo scoperto la stalla con i cavalli. Adesso stiamo scavando la parte nobile di una villa con pitture e mosaici, un criptoport­ico di 60 metri. Ma soprattutt­o abbiamo riportato alla luce un’iscrizione con il nome di una bambina, Mummia. Un nome derivato da quello della famiglia che dovrebbe essere quella dei Mimmi, una famiglia romana importanti­ssima che non era attestata a Pompei».

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