Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Jabil, rottura e poi silenzi Licenziati i 190 operai

Dopo la clamorosa rottura notturna del tavolo la multinazio­nale certifica i licenziame­nti I sindacati: atteggiame­nto vergognoso e ostile

- dall’inviato Piero Rossano

Due, tre ambulanze hanno fatto la spola nella notte di ieri tra il piazzale antistante lo stabilimen­to e il locale ospedale. Raccontava­no ieri mattina di improvvisi malori, per fortuna superati, tra gli operai presenti a tarda ora all’esterno dei cancelli della Jabil. Di persone sopraffatt­e dallo sconcerto per le notizie provenient­i da Roma per la rottura delle trattative tra gruppo, Governo e Regione. Da ieri la multinazio­nale ha lasciato a casa 190 addetti senza possibilit­à di ricollocaz­ione. Eppure si era ad un passo dalla firma dell’accordo, poi sono cambiati gli scenari.

Dopo il colpo di scena ed il traumatico stop alle trattative avvenuto nella notte tra lunedì e martedì e che ha decretato ufficialme­nte il licenziame­nto di 190 lavoratori dello stabilimen­to Jabil di Marcianise, ieri è stata la giornata della diplomazia. Infatti, secondo voci ben circostanz­iate, per tutta la giornata sarebbe andata avanti una fitta interlocuz­ione tra il Ministero del Lavoro, la Regione Campania ed il board americano dell’azienda per cercare di sciogliere il nodo che ha fatto saltare all’ultimo secondo un accordo già fatto tra le parti e che avrebbe salvato almeno per le prossime cinque settimane il posto di lavoro ai 190 che avevano già ricevuto la lettera di licenziame­nto.

Pare che il documento finale su cui si è interrotto tutto sia stato tradotto in inglese in modo da convincere il cda americano di Jabil a fare retromarci­a e a trovare un’intesa. Quindi il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il sottosegre­tario Todde, secondo fonti del Ministero, dopo la decisione di Jabil di interrompe­re la trattativa «in modo unilateral­e e inaspettat­o quando le parti erano ormai vicinissim­e all’intesa», «hanno manifestat­o tuttavia la volontà di interloqui­re direttamen­te con i vertici di Jabil, per conoscere le ragioni di questo inspiegabi­le dietrofron­t e cercare di concludere positivame­nte gli sforzi finora compiuti, salvaguard­ando la continuità occupazion­ale di 190 lavoratori».

Al tavolo, il ministro Catalfo ha ribadito la «radicale nullità» dei licenziame­nti dovuta non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziame­nti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordina­rie varate dal Governo per fronteggia­re l’emergenza Coronaviru­s. Anche la Regione Campania, rapprenull­a. sentata dall’assessore al Lavoro Sonia Palmeri, dopo una notte insonne ha cercato nuovamente di far ragionare l’azienda. Tra l’altro proprio l’assessore Palmeri era riuscita nella tre giorni di trattative a trovare una mediazione in modo che si potesse addivenire ad un accordo. Ma purtroppo l’azienda ed il suo amministra­tore delegato Clemente Cillo hanno deciso improvvisa­mente, adducendo di aver avuto una comunicazi­one dal cda statuniten­se, di interrompe­re definitiva­mente la trattativa.

Ieri, al di là del lavoro per così dire diplomatic­o messo in campo, non è cambiato I licenziame­nti sono effettivi ed i sindacati appaiono dir poco arrabbiati per l’accaduto. «È mortifican­te — afferma il segretario della FiomCgil di Caserta, Francesco Percuoco — per il Governo e le istituzion­i di questo Paese il comportame­nto della Jabil, che dopo tre giorni di trattativa ha fatto saltare il tavolo, procedendo a licenziame­nti illegittim­i e lasciando gli altri 350 lavoratori senza alcun ammortizza­tore». In una nota, Fim-Cisl, Fiom, Uilm e Failms hanno nel frattempo ieri mattina confermato lo sciopero ad oltranza degli operai. «Il Governo intervenga per mettere al riparo i lavoratori della Jabil – sottolinea Raffaele Apetino, segretario generale della Fim Cisl Campania —. Da parte della multinazio­nale c’è stato un atteggiame­nto vergognoso, quasi alla firma dell’accordo, dopo 72 ore di trattativa ad oltranza, la Jabil dice di non voler più fare l’accordo per salvare 190 lavoratori. Il Governo intervenga, sono state offese le istituzion­i italiane e i lavoratori». Per il sindacato il Governo non ha saputo fin qui far ragionare l’azienda ed in qualche modo a convincerl­a a venire a più miti consigli. «Siamo in attesa che il Governo faccia valere la sua autorevole­zza nei confronti della multinazio­nale –

Lo sconcerto Governo e sindacati amareggiat­i per la piega degli eventi «Provvedime­nti nulli»

Sussurri

La voce di speranza che circolava ieri: le diplomazie sono al lavoro per ricucire

dice Antonio Accurso, segretario generale della Uilm Campania — A questo punto il profilo diventa di rispetto delle istituzion­i e della legislazio­ne vigente sulla materia dei licenziame­nti bloccati per l’emergenza Covid-19».

«Se non ci saranno sviluppi nelle prossime ore — avverte Accurso — cominceran­no le impegnativ­e dei licenziame­nti e a quel punto il tempo per recuperare un accordo diventerà sempre più limitato. Se Jabil vuole evitare che la situazione sfugga di mano e compromett­a il futuro per tutti i 530 lavoratori deve tornare subito al tavolo senza pregiudizi­ali insostenib­ili dal punto di vista giuridico. Altrimenti — conclude il numero uno della Uilm Campania — sarà chiaro che tutta l’operazione ha lo scopo di abbandonar­e il territorio e fare saltare gli impegni, e il Governo dovrebbe agire di conseguenz­a per accertare e sanzionare tutte le eventuali responsabi­lità».

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Immagini di ieri mattina ai cancelli della fabbrica di Marcianise, dove gli esuberi sono diventati effettivi
L’attesa Immagini di ieri mattina ai cancelli della fabbrica di Marcianise, dove gli esuberi sono diventati effettivi
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