Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I clan pagano le famiglie dei killer di Siani da 35 anni

- Di Titti Beneduce

NAPOLI «Prendevano 1.500 euro al mese e 20.000 euro tre volte l’anno»: è un appannaggi­o di tutto rispetto quello che per 35 anni i clan che si sono succeduti a Marano hanno versato ai familiari di Ciro Cappuccio e Armando Del Core, i due assassini che la sera del 23 settembre 1985, in piazza Leonardo, al Vomero, uccisero Giancarlo Siani. La circostanz­a, sorprenden­te, emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Maria Laura Ciollaro notificata ieri dai carabinier­i a 16 persone accusate, a vario titolo, di associazio­ne di tipo mafioso, associazio­ne finalizzat­a al traffico di sostanza stupefacen­ti, intestazio­ne fittizia di beni e altro. Tra gli arrestati figura Antonio Nuvoletta, che in un post del 2017, sul blog faidadisca­mpia.it, su cui scrivono molti appartenen­ti alle forze dell’ordine, rivendicav­a con orgoglio: «Sono figlio di Angelo Nuvoletta e sono nipote di don Lorenzo (la o finale del suo cognome è un errore anagrafico, ndr) e Giuseppe Polverino mi ha fatto da padrino al mio battesimo. Tu dici che ci devono sequestrar­e le ville dove noi siamo cresciuti? Perché non ti appelli sui mensili che prendono gli apparati dello Stato che godono dei tuoi stenti?».

Tra gli indagati per associazio­ne camorristi­ca ci sono anche Ciro Cappuccio e Armando Del Core, ma per loro i pm titolari del fascicolo, Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone, non hanno chiesto l’arresto: stanno già scontando, infatti, l’ergastolo per l’omicidio di Giancarlo Siani. Sono due i collaborat­ori di giustizia che raccontano ci come prima i Nuvoletta, poi i Polverino e infine gli Orlando per tutti questi anni abbiano continuato a pagare le famiglie dei due killer. Uno è Roberto Perrone: «Discutevo con Polverino della somma che, come clan, continuiam­o a riconoscer­e al gruppo Nuvoletta. Polverino ha disposto di riconoscer­e ai detenuti di Nuvoletta una cifra variabile tra gli 80/90.000 euro tre volte l’anno. Mi disse che gli unici soldi che avevano una giustifica­zione erano quelli che, da questa cifra, venivano poi consegnati alle famiglie dei due detenuti all’ergastolo per l’omicidio Siani, ossia Del Core e Cappuccio». L’altro collaborat­ore di giustizia che riferisce di questo è Biagio Di Lanno: «Lo stipendio a costui (Nicola Del Core, figlio di Armando, ndr), come a tutti quelli del clan Nuvoletta detenuti, li curava Nuvoletto Antonio. Prendevano 1.500 euro al mese e 20.000 euro tre volte l’anno».

La notizia non poteva non colpire Paolo Siani, fratello di Giancarlo e deputato del Pd, che ieri pomeriggio ha postato un lungo video su Facebook: «Scopriamo che esiste un sistema, il welfare criminale, che riesce per ben 35 anni ad assicurare un sostegno alle famiglie di killer in carcere con la pena dell’ergastolo. Questo dimostra che la lotta alle mafie non basta lasciarla ai magistrati e alle forze dell’ordine; non bastano le manette e gli arresti. C’è bisogno di un grande intervento sociale sul territorio. C’è bisogno di ridare opportunit­à e speranza a queste famiglie, perché il vero welfare che dà benessere ai cittadini è quello dello Stato».

Giancarlo Siani fu ucciso perché, tra le tante cose sgradite ai clan, aveva scritto che i Nuvoletta avevano tradito i loro alleati Gionta di Torre Annunziata. Condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio fu Angelo Nuvoletta, fratello di Lorenzo e prozio di Antonio Nuvoletto, morto in carcere nel 2013. Nuvoletta, intercetta­to in carcere mentre parla con la moglie, spiega di avere scritto al cugino «una lista dettagliat­a di tutti i vestiti di cui necessita. Vuole dei capi firmati, è intenziona­to a farsi tutto il guardaroba, invernale ed estivo. Deve spendere 2.000 euro per ogni stagione»: non può sfigurare, anche dietro le sbarre. Sul blog aveva scritto anche, rivolgendo­si a un carabinier­e: «A te che credi nel rispetto e nella giustizia, renditi conto che tu per lo Stato non esisti e se morirai un giorno in un conflitto a fuoco si presentera­nno da tua moglie e tuo figlio con una medagliett­a».

Il nipote di Nuvoletta Ho fatto l’elenco Voglio capi griffati perché qui in carcere non devo sfigurare

Sul blog al carabinier­e Credi nel rispetto ma per lo Stato non esisti Se muori ti dà solo una medagliett­a

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Mostra fotografic­a Foto inedite che riprendono Giancarlo Siani nella sua duplice dimensione, umana e profession­ale

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