Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bagnoli, scoppia il caso del carcere
Invitalia: la struttura potrebbe mandare in tilt l’intero programma di «rigenerazione»
Alzi la mano chi ricorda che nell’area di Bagnoli-Coroglio — tra le tante iniziative previste e annunciate negli anni (un quarto di secolo più o meno...) — c’è anche la realizzazione di un nuovo carcere.
Alzi la mano chi ricorda che nell’area di Bagnoli-Coroglio — tra le tante iniziative previste e annunciate negli anni (un quarto di secolo più o meno...) — c’è anche la realizzazione di un carcere. Un secondo carcere, per la precisione, oltre a quello minorile di Nisida. La notizia fu resa nota il 13 giugno del 2019: «la Caserma Cesare Battisti a Napoli, adiacente all’area delle ex acciaierie di Bagnoli, sarà la prima struttura dismessa dal ministero della Difesa ad essere trasferita alla Giustizia per essere riconvertita in istituto penitenziario. Dopo il passaggio, curato dal Demanio, saranno avviati i necessari interventi edilizi per la realizzazione delle sezioni detentive e delle camere di pernottamento, nonché quelli di recinzione e videosorveglianza relativi alla sicurezza». E ancora: «Un finanziamento di 5 milioni di euro finalizzato al recupero conservativo degli edifici esistenti, è già stato inserito nel programma di edilizia penitenziaria 2019». La decisione, «frutto di un accurato lavoro di concertazione fra i due ministeri, è stata formalizzata oggi a Napoli (il 13 giugno 2019, appunto, dai titolari della Difesa e della Giustizia, Elisabetta Trenta e Alfonso Bonafede, e dal Direttore regionale dell’Agenzia del Demanio Edoardo Maggini, che hanno sottoscritto il Protocollo d’intesa per la razionalizzazione di immobili militari presenti sul territorio nazionale ai fini della realizzazione di strutture carcerarie». Nel corso della conferenza stampa di presentazione delschio l’intesa e del progetto da essa scaturito, fu spiegato anche che nella struttura potrebbero essere ospitati minori o detenute madri.
Il documento
Ma questo salto indietro nel tempo, direte, a cosa serve? Semplice, a comprendere meglio quello che è successo pochi giorni prima che il Paese entrasse in lockdown, ma di cui non si era saputo nulla sinora. A febbraio scorso,infatti, Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo (di proprietà del ministero dell’Economia) che su incarico del Governo è diventata il soggetto attuatore del programma di bonifica e rilancio dell’ex area industriale di Bagnoli-Coroglio, elaborava un documento dal significativo titolo: Progetto di trasformazione della Caserma Cesare Battisti in struttura carceraria - Rischi per l’attuazione sostenibile del programma. Dossier evidentemente collegato all’incontro convocato dall’Agenzia del Demanio il giorno 26 febbraio con ministeri e istituzioni interessate proprio per avviare il confronto tecnico — da tradurre poi in un protocollo d’intesa — necessario per la realizzazione del nuovo carcere nella zona di via Leonardo Cattolica. Le criticità
Ebbene, senza troppi giri di parole, l’Agenzia guidata da Domenico Arcuri, nel documento di cui prima, elencava tutta una serie di criticità rispetto all’iniziativa. «Il carcere sarebbe collocato a ridosso dell’area di proprietà di Invitalia oggetto della maggiore quota di edificazione prevista nel Programma di Risanamento Ambientale e di Rigenerazione Urbana (438.801 metri cubi di 1,6 milioni complessivi, pari a poco meno del 30%)». Esiste, dunque, «il concreto riche le aree perdano attrattività e che diventi difficile trovare investitori disponibili ad acquistarle per la realizzazione degli edifici previsti». Questa ipotesi «manderebbe in crisi l’intero Praru in quanto ne soffrirebbe la sostenibilità dell’intervento». E non è finita: «La mancata realizzazione dei volumi previsti dall’Accordo interistituzionale del 2017 nell’area connessa con il Praru, inoltre, metterebbe in discussione il dimensionamento delle infrastrutture esterne ipotizzate per raggiungere l’area (es. prolungamento della Linea 6 con fernata prevista proprio in prossimità della caserma)».
I numeri
Per la precisione, il Praru prevede di realizzare 1,6 milioni di metri cubi di edifici nel Sin (sito d’interesse nazionale BagnoliCoroglio) sui 2,11 milioni totali del Pua (piano urbanistico attuativo). Nello specifico, il programma di rigenerazione urbana — che si pone come obiettivo 13,5 milioni di presenze annue grazie ai vari attrattori immaginati — stabilisce la nascita di 2 alberghi da 4/5 stelle (700 camere) e uno «student hotel» (300 camere); di 500 appartamenti (incluso la riqualificazione del Borgo Coroglio); di 150 negozi fino a 150 mq, 10 fino a 1.500 mq, 25 ristoranti fino a 400 mq; una spiaggia lunga 2 chilometri; un porto turistico (900 posti barca) e poli di ricerca per Anton Dohrn e Federico II, oltre a 200 uffici/laboratori capaci di dare impiego a 2.000 addetti.