Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tutti per Walter, in arte Afro «È un maestro di break dance»
PIAZZA BELLINI IL RAGAZZO ACCOLTELLATO
NAPOLI A vederlo ballare vengono le vertigini: l’armonia segmentata della break dance, il flusso dei gesti che si spezzano per poi ricomporsi, quel ritmo che, hai voglia di studiare ma uno di noi, un bianco, non avrà mai. Quel congegno perfetto danzante che è il corpo di Walter Natividade Fortes è stato squarciato da un coltello domenica pomeriggio in piazza Bellini, con la luce ancora alta e i primi avventori ai tavolini dei bar, come ha ben raccontato ieri da queste pagine Melania Guida. Walter era con un’amica e, dalla più recente ricostruzione, avrebbe difeso la ragazza da un suo ex che «da tempo la perseguitava con atteggiamenti da vero stalker». Così racconta in diretta Facebook da New York il suo amico Alberto Polo, tra i fondatori del gruppo La Famiglia alla quale si unirono poi Chief, Kaf, Mars, Cyop, Eno, Demon, Ozon, Agoch e Skor. Parliamo della scena alternativa napoletana più colta e interessante che esprime writer considerati tra i maggiori d’Italia e danzatori tra cui Afro, nom de plume di Walter Natividade Fortes, al quale, nell’ambiente viene riconosciuto uno stile molto personale.
Polo si è trasferito a New York, dove ha fondato l’etichetta Polemics Recording con la quale ha finora pubblicato raccolte di hip hop partespacciatore. nopeo, mentre di suo firma la regia di videoclip italiani e stranieri tra cui alcuni di Clementino, Rocco Hunt, Cosang e Enzo Gragnaniello.
«Altro che extracomunitario - e pure se fosse? Qui a New York siamo tutti extracomunitari - Walter è più napoletano di noi» dice Polo con la voce spezzata dalla rabbia. «Afro è nato a Napoli, è cittadino italiano di origini capoverdiane. Hanno ferito uno dei pilastri della cultura hip hop nazionale e lo hanno fatto in piazza Bellini nell’indifferenza di tutti, è stato colpito per aver difeso una donna» denuncia.
La personalità artistica e umana di Walter, classe 1982, prende consistenza leggendo i suoi profili social e i post di amici e allievi perché il danzatore non solo è considerato la punta di diamante della break dance partenopea, ma anche un bravo insegnate di frontiera. «Ha insegnato la break dance nelle scuole superiori continua Polo - nelle periferie da Ponticelli a Scampia, levando tanti ragazzi dalla strada, mostrando loro la possibilità di una vita migliore».
Nella seconda diretta, con tanto di skyline alle spalle, il rapper e produttore è più sereno. Il danzatore che lottava tra la vita e la morte all’ospedale Pellegrini, dopo aver versato sangue per più di mezzora nell’attesa di un’ambulanza, sta infatti un po’ meglio. La sua diretta è servita a correggere il tiro di chi aveva liquidato l’episodio con un’equazione superficiale, frutto di pregiudizio: piazza Bellini + giovane di colore =