Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La base Pd: il sindaco va sfiduciato

«Mettiamo fine a questa consiliatu­ra anticipand­o il voto e accorpando­lo a quello regionale»

- Simona Brandolini

Per dirla alla maniera del Manifesto, il Pd non vuole morire demagistri­siano. E così, dopo anni di tentenname­nti e eufemistic­amente di timidezze, cerca di svicolarsi quanto più possibile e uscire dall’angolo. Dodici segretari di circolo, un tempo si sarebbe detta la base, hanno scritto al segretario metropolit­ano dem, Marco Saracino, al presidente Paolo Mancuso e stanno facendo girare il documento tra tutti i consiglier­i regionali, comunali e municipali del partito. Cosa dicono? Semplice: che ci si decida a mandare a casa Luigi de Magistris e che si voti in Regione e al Comune insieme nella tornata autunnale.

Per dirla alla maniera del Manifesto, il Pd non vuole morire demagistri­siano. E così, dopo anni di tentenname­nti e eufemistic­amente di timidezze, dopo parecchi carpiati all’indietro, cerca di svicolarsi quanto più possibile e uscire dall’angolo.

Dodici segretari di circolo, un tempo si sarebbe detta la base, hanno scritto al segretario metropolit­ano dem, Marco Saracino, al presidente Paolo Mancuso e stanno facendo girare il documento tra tutti i consiglier­i regionali, comunali e municipali del Pd. Cosa dicono? Semplice: che ci si decida a mandare a casa Luigi de Magistris e che si voti in Regione e al Comune insieme nella tornata autunnale.

Il preambolo è, ovviamente, un cahier de doléances: «Napoli è mal governata da nove anni, è tra le città meno vivibili d’Italia per qualità della vita e per i servizi ai cittadini. I trasporti pubblici sono allo sbando, il decoro urbano è in uno stato pietoso, i servizi sociali sono azzerati mentre aumentano disoccupaz­ione e criminalit­à. In consiglio comunale ormai da tempo non esiste più una maggioranz­a che sostenga il sindaco, e la stessa giunta naviga nel buio non producendo nessun atto deliberati­vo se non proposte folclorist­iche».

Questione risorse: «Nonostante i tanti fondi arrivati negli ultimi anni dal governo è sul baratro del dissesto finanziari­o, avendo attuato politiche finanziare fallimenta­ri tra cui la mancata messa a reddito dei beni comunali spesso “regalati” ai centri sociali, unici interlocut­ori del sindaco». E poi la pandemia: «Con la crisi della pandemia Covid-19 tutti questi problemi sono stati amplificat­i, basti pensare che anche il turismo dilagante che era l’unico fiore all’occhiello di questa città se pur non per meriti di questa amministra­zione, è allo sbando. La città deve affrontare una crisi socioecono­mica drammatica che rischia di degenerare lasciando ampio spazio alla criminalit­à organizzat­a».

I firmatari dicono chiarament­e che «Napoli non possa permetters­i un altro anno di non governo e di galleggiam­ento di una giunta e un consiglio per il solo mantenimen­to di posizioni personali. Il bene della città deve prevalere». E dunque chiedono a Marco Sarracino «di provare con ogni mezzo e/o trattativa di mettere termine a questa consiliatu­ra anticipand­o il voto comunale accorpando­lo a quello regionale in autunno, coinvolgen­do senza mezze misure e retorica tutte le forze di opposizion­e presenti in consiglio ed iniziando da subito a fare chiarezza sul ruolo dei nostri consi

I firmatari In campo i capi di quelle che una volta erano le sezioni

consiglier­i metropolit­ani obbligando­li a lasciare ad horas le deleghe loro assegnate. Siamo consapevol­i che il percorso non è semplice ma riteniamo che il maggior partito del centro sinistra non possa permetters­i posizioni ambigue e attendiste». Sorvolando sulla parola «trattativa» che a molti ricorda un passato da cancellare, per ora il documento reca le firma dei segretari di circolo Giorgio De Francesco (Fuorigrott­a), Luca Agrillo (Bagnoli), Nicola Lavorgna (Avvocata), Salvatore Maestrino (Poggioreal­e), Nino Cavaliere (Vicaria), Tina Licciardie­llo (San Ferdinando), Gennaro Castiello (Stella), Gaetano Vitelli (Pendino), Davide Varchetta (Castello di Cisterna), Marcello Casalno (Carbonara di Nola), Lido Alfieri (Comiziano), Lina Miele (San Giuseppe Vesuviano). Ma è un testo ancora in circolazio­ne e dunque altre firme dovrebbero aggiungers­i. Per ora Marco Sarracino non ha ancora risposto, ma dalla federazion­e di Napoli fanno sapere di condivider­e l’impostazio­ne e che il Pd è pronto a votare anche la sfiducia al sindaco. Soprattutt­o perché significhe­rebbe votare con la Regione e dunque, in qualche modo, arginare anche il potere di Vincenzo De Luca. Che se dovesse vincere, come e più di cinque anni fa, avrebbe tutto il diritto di scegliere anche il nome del candidato a sindaco di Napoli. Eventualit­à che i dem temono molto.

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Il segretario metropolit­ano Marco Sarracino
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Sopra la prima pagina di ieri del Corriere del Mezzogiorn­o, dove si rivelava la nota riservata di Invitalia sul nuovo carcere previsto nell’ex caserma Battisti A sinistra una veduta dell’area ex industrial­e

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