Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La base Pd: il sindaco va sfiduciato
«Mettiamo fine a questa consiliatura anticipando il voto e accorpandolo a quello regionale»
Per dirla alla maniera del Manifesto, il Pd non vuole morire demagistrisiano. E così, dopo anni di tentennamenti e eufemisticamente di timidezze, cerca di svicolarsi quanto più possibile e uscire dall’angolo. Dodici segretari di circolo, un tempo si sarebbe detta la base, hanno scritto al segretario metropolitano dem, Marco Saracino, al presidente Paolo Mancuso e stanno facendo girare il documento tra tutti i consiglieri regionali, comunali e municipali del partito. Cosa dicono? Semplice: che ci si decida a mandare a casa Luigi de Magistris e che si voti in Regione e al Comune insieme nella tornata autunnale.
Per dirla alla maniera del Manifesto, il Pd non vuole morire demagistrisiano. E così, dopo anni di tentennamenti e eufemisticamente di timidezze, dopo parecchi carpiati all’indietro, cerca di svicolarsi quanto più possibile e uscire dall’angolo.
Dodici segretari di circolo, un tempo si sarebbe detta la base, hanno scritto al segretario metropolitano dem, Marco Saracino, al presidente Paolo Mancuso e stanno facendo girare il documento tra tutti i consiglieri regionali, comunali e municipali del Pd. Cosa dicono? Semplice: che ci si decida a mandare a casa Luigi de Magistris e che si voti in Regione e al Comune insieme nella tornata autunnale.
Il preambolo è, ovviamente, un cahier de doléances: «Napoli è mal governata da nove anni, è tra le città meno vivibili d’Italia per qualità della vita e per i servizi ai cittadini. I trasporti pubblici sono allo sbando, il decoro urbano è in uno stato pietoso, i servizi sociali sono azzerati mentre aumentano disoccupazione e criminalità. In consiglio comunale ormai da tempo non esiste più una maggioranza che sostenga il sindaco, e la stessa giunta naviga nel buio non producendo nessun atto deliberativo se non proposte folcloristiche».
Questione risorse: «Nonostante i tanti fondi arrivati negli ultimi anni dal governo è sul baratro del dissesto finanziario, avendo attuato politiche finanziare fallimentari tra cui la mancata messa a reddito dei beni comunali spesso “regalati” ai centri sociali, unici interlocutori del sindaco». E poi la pandemia: «Con la crisi della pandemia Covid-19 tutti questi problemi sono stati amplificati, basti pensare che anche il turismo dilagante che era l’unico fiore all’occhiello di questa città se pur non per meriti di questa amministrazione, è allo sbando. La città deve affrontare una crisi socioeconomica drammatica che rischia di degenerare lasciando ampio spazio alla criminalità organizzata».
I firmatari dicono chiaramente che «Napoli non possa permettersi un altro anno di non governo e di galleggiamento di una giunta e un consiglio per il solo mantenimento di posizioni personali. Il bene della città deve prevalere». E dunque chiedono a Marco Sarracino «di provare con ogni mezzo e/o trattativa di mettere termine a questa consiliatura anticipando il voto comunale accorpandolo a quello regionale in autunno, coinvolgendo senza mezze misure e retorica tutte le forze di opposizione presenti in consiglio ed iniziando da subito a fare chiarezza sul ruolo dei nostri consi
I firmatari In campo i capi di quelle che una volta erano le sezioni
consiglieri metropolitani obbligandoli a lasciare ad horas le deleghe loro assegnate. Siamo consapevoli che il percorso non è semplice ma riteniamo che il maggior partito del centro sinistra non possa permettersi posizioni ambigue e attendiste». Sorvolando sulla parola «trattativa» che a molti ricorda un passato da cancellare, per ora il documento reca le firma dei segretari di circolo Giorgio De Francesco (Fuorigrotta), Luca Agrillo (Bagnoli), Nicola Lavorgna (Avvocata), Salvatore Maestrino (Poggioreale), Nino Cavaliere (Vicaria), Tina Licciardiello (San Ferdinando), Gennaro Castiello (Stella), Gaetano Vitelli (Pendino), Davide Varchetta (Castello di Cisterna), Marcello Casalno (Carbonara di Nola), Lido Alfieri (Comiziano), Lina Miele (San Giuseppe Vesuviano). Ma è un testo ancora in circolazione e dunque altre firme dovrebbero aggiungersi. Per ora Marco Sarracino non ha ancora risposto, ma dalla federazione di Napoli fanno sapere di condividere l’impostazione e che il Pd è pronto a votare anche la sfiducia al sindaco. Soprattutto perché significherebbe votare con la Regione e dunque, in qualche modo, arginare anche il potere di Vincenzo De Luca. Che se dovesse vincere, come e più di cinque anni fa, avrebbe tutto il diritto di scegliere anche il nome del candidato a sindaco di Napoli. Eventualità che i dem temono molto.