Corriere del Mezzogiorno (Campania)
UN’AGONIA POLITICA
Le elezioni per il Comune di Napoli, che si dovrebbero svolgere la prossima primavera, si possono anticipare all’autunno, se il sindaco si dimette o viene sfiduciato entro il 27 luglio. Così dispone il decreto legge 26/2020. Questa possibilità normativa ha aperto la discussione politica sulla opportunità di anticipare la conclusione di un’esperienza amministrativa già finita, nella sostanza, da molto tempo. Nella situazione difficilissima in cui si trova la città, c’è la necessità di costruire un progetto di lungo periodo, immaginando la Napoli dei prossimi venti anni e approntando progetti e risorse per realizzarli. Continuare in un’agonia politica che sembra infinita non ha senso, anzi rischia di provocare strappi ancor più profondi degli attuali nel tessuto sociale napoletano. Dunque, sicuramente votare in autunno è la scelta giusta. Tuttavia, quasi sicuramente il sindaco non verrà sfiduciato e resterà al suo posto fino alla fine del mandato. Paradossalmente de Magistris non ha più una maggioranza politica, ma ha una maggioranza trasversale e trasformista che vuole tenersi lo status di consigliere fino alla fine. Il Consiglio comunale non viene convocato mai e, nelle rare occasioni, spesso non raggiunge il numero legale.
È in una condizione di paralisi, dovuta alla banale circostanza che la maggioranza politica arancione non esiste più. Ma, nonostante ciò, le opposizioni non riescono a trovare quel minimo di unità di intenti necessaria per chiudere una delle stagioni amministrative peggiori di sempre.
Probabilmente in una città più sana una situazione politica così compromessa sarebbe sfociata in un voto anticipato, soprattutto nelle condizioni di emergenza attuali. A Napoli, invece, sembra incredibilmente che nulla sia cambiato anche se tutto è cambiato intorno a noi. La città fino a tre mesi fa galleggiava su un presunto equilibrio economico fatto di frizzi e lazzi, pizzette e un po’ di turismo; e allora anche fare ammuina senza governare veniva, più o meno, tollerato. Ma ora che il re è nudo, ora che il Covid si è portato via l’illusione di una grande metropoli senza un progetto di sviluppo economico, è davvero incredibile che la classe dirigente, o almeno la sua parte migliore, non riesca a decidere di voltare pagina.
Le conseguenze economiche dell’emergenza si vedranno fino in fondo tra qualche mese e allora ritrovarsi ancora a parlare di delibere che annullano il debito, lavatrici napoletane e altre amenità, potrebbe essere davvero un colpo mortale per i cittadini napoletani già privi, da anni, dei servizi minimi di una città civile. C’è da augurarsi solo che chi oggi impedisce il cambiamento, tra trasformismi e incomprensibili giochi di posizionamento politico, avrà il buon gusto di andarsi a nascondere quando l’inadeguatezza di questa amministrazione morderà la carne viva dei cittadini più di quanto non abbia fatto sino a oggi.
” Probabilmente in un’altra città una situazione politica così compromessa sarebbe sfociata in un voto anticipato