Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Uno spiraglio per i matrimoni Si conta di ripartire il 15 giugno
Si conta di poter autorizzare eventi e cerimonie nuziali già a partire dal prossimo 15 giugno. Ma osservando prescrizioni rigorose ed evitando soprattutto gli assembramenti, anche se — detto così — sembra quasi una pia illusione. Tuttavia, si lavora proprio su queste priorità dopo l’incontro in Regione con i presidenti delle Camere di commercio (Ciro Fiola per Unioncamere Campania; il vice Andrea Prete per Salerno; Tommaso De Simone per Caserta; Antonio Campese per Benevento e Oreste La Stella per Avellino).
«Affrontiamo i problemi di un settore che è stato pesantemente penalizzato dall’epidemia da Covid-19— ha spiegato Fiola —. In queste settimane lavoreremo per fornire la massima garanzia di sicurezza per lo svolgimento delle cerimonie nuziali. Speriamo di proporre misure di tutela che riguardano, per esempio, le foto che non potranno essere scattate in gruppo, ma ai tavoli. O le portate che potranno essere esclusivamente servite dai camerieri, i quali dovranno equipaggiarsi a dovere, e non al buffet. Ma soprattutto — conclude il presidente di Unioncamere Campania — la categoria dei fotografi, per via della confusione dei codici Ateco, era rimasta esclusa dal sussidio di 2000 euro erogato dalla Regione ed ora siamo riusciti ad ottenere l’impegno del presidente De Luca ad avviare un nuovo bando per inserirli nel sussidio».
Un comparto che in Campania vale parecchi milioni di fatturato e comprende molte voci produttive e commerciali. A cominciare da quella dei florovivaisti: «Un settore che oggi più di altri, a causa dell’incertezza e della scarsa fiducia, non riesce a programmare con serenità le proprie produzioni e questo potrebbe rallentare ancora di più la ripresa — dichiara Vincenzo Malafronte, presidente del Consorzio produttori florovivaisti campani —. Abbiamo bisogno di conoscere quanto prima le regole per la ripartenza degli eventi per il 2020 sono completamente azzerati. L’assenza di cerimonie, matrimoni, feste ed eventi si sta facendo sentire e non poco sul nostro comparto. Perdite che si stanno sommando a quelle già registrate durante la quarantena, con imprenditori e cooperative costrette a mandare al macero il 100% della produzione».
Stesso grido di dolore arriva dall’imprenditore campano Luigi Auletta, presidente di Impero Couture, che ad aprile non incassò i titoli di pagamento dei suoi 300 clienti per somme intorno ai 3 milioni di euro salvandoli dal fallimento. Ora chiede un intervento delle istituzioni in una lettera al premier Giuseppe Conte: «Tutto il comparto wedding, vista la totale assenza di aiuti da parte dello Stato per la ripartenza, vive una vera e propria strage economica senza precedenti — ha scritto —. Fino ad oggi, tanti dipendenti e piccole realtà, non hanno ricevuto né i 6oo miseri euro e nemmeno la cassa integrazione. Ciò malgrado, si sono ritrovati con delle certezze da pagare: affitti, bollette di luce e telefono, spese per la sorveglianza, le sanificazioni, la formazione del personale, guasti tecnici ai negozi, merce da pagare, e protocolli da applicare. E tutto senza nessun cliente da servire!».
Ciro Fiola Le foto soltanto ai tavoli Così si evita il rischio di affollarsi