Corriere del Mezzogiorno (Campania)
NASTRI D’ARGENTO LE NOMINATION PARTENOPEE
La cerimonia sarà in versione «smart» e si svolgerà a fine giugno a Roma anziché a Taormina Sei candidature per i film di Mario Martone e Pietro Marcello, quattro per Gabriele Salvatores In lizza per i riconoscimenti Valeria Golino, Marco D’Amore, Carlo B
Pioggia di nomination napoletane ai Nastri d’argento 2020, assegnati, come ogni anno dal Sindacato dei Giornalisti Cinematografici Italiani. Sei le candidature sia per «Il sindaco del Rione Sanità» di Mario Martone sia per «Martin Eden» di Pietro Marcello, quattro, invece, per «Tutto il mio folle amore» di Gabriele Salvatores.
Rispetto ai recenti David di Donatello si registrano numerose conferme, ma anche qualche interessante novità. Scontate (e meritatissime) le nomination come migliore regista per Martone, Marcello e Salvatores e, in «fotocopia» con i David, quelle di Marco D’Amore, per la categoria miglior regista esordiente, con «L’immortale», e quelle per il miglior attore per Luca Marinelli («Martin Eden») e Francesco Di Leva («Il sindaco del Rione Sanità»). Prevedibili (e anche in questo caso sacrosante) quelle di Valeria Golino per «5 è il numero perfetto» come miglior attrice protagonista (già premiata per la stessa categoria col recente David) e quella di Carlo Buccirosso per miglior attore non protagonista (battuto ai David da Luigi Lo Cascio) per la sua interpretazione sempre nel primo film di Igort.
Le vere sorprese di questi Nastri sono le nomination per la categoria di miglior attore non protagonista per Massimiliano Gallo e Roberto De Francesco per «Il sindaco del Rione Sanità», quella di Carlo Cecchi per «Martin Eden» e di Massimo Popolizio per «Il ladro di giorni» di Guido Lombardi, film in lizza anche come migliore fotografia (Daria D’Antonio) e miglior canzone originale (Alessandro Nelson Garofalo). Nomination anche per «7 ore per farti innamorare» di Giampaolo Morelli, che vede l’attore napoletano all’esordio come regista, in lizza per la categoria miglior attore di commedia, mentre Serena Rossi concorre per lo stesso film (e per «Brave ragazze») come miglior attrice di commedia.
Non mancheranno le battaglie «fratricide» con una lotta (quasi) tutta napoletana, per la categoria migliore sceneggiatura dove si ritrovano Mario Martone e Ippolita Di Majo per «Il sindaco del Rione Sanità», Pietro Marcello e Maurizio Braucci per «Martin Eden» e Umberto Contarello e Sara Mosetti per «Tutto il mio folle amore» di Gabriele Salvatores. Per il miglior sonoro, invece, fanno parte della cinquina quattro film «napoletani», «Martin Eden» (Denny De Angelis), «L’Immortale» (Gianluca Costamagna), «Tutto il mio amore folle» (Gilberto Martinelli), «Il sindaco del Rione Sanità» (Maurizio Argentieri). E se Luca Servino concorre come migliore scenografia per «Martin Eden», interessante è la sfida come miglior montaggio tra il veterano Jacopo Quadri per «Il sindaco del Rione Sanità» e Patrizio Marone per «L’Immortale». Per i migliori costumi in lizza Andrea Cavalletto per «Martin Eden».
Da segnalare «Tornare» di Cristina Comencini e «5 è il numero perfetto» di Igort, due film che, seppur non diretti da registi partenopei, sono stati girati completamente a Napoli. Per il film della Comencini (in lizza come miglior regia) Giovanna Mezzogiorno ha ottenuto una nomination come miglior attrice e Daria D’Antonio per la miglior fotografia. Il film di Igort concorre, invece, come miglior regista esordiente e migliori costumi (Nicoletta Taranta).
A chiudere il cerchio per «Tutto il mio amore folle», Mauro Pagani è in gara come migliore colonna sonora e Italo Petriccione come miglior fotografia. Ralph P. infine, è in corsa come miglior canzone originale per «Il sindaco del Rione Sanità». Non mancano, infine, le esclusioni eccellenti. Su tutte quella di Toni Servillo, che ha però ricevuto l’importante Nastro d’argento alla carriera e, forse, per questo motivo non è stato inserito nella categoria miglior attore protagonista.
I vincitori dei Nastri verranno proclamati a fine giugno in una cerimonia «smart», per la prima volta a Roma e non a Taormina.