Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Troppe restrizion­i per il Covid», chiude il Bogart A Salerno è stato il locale-culto delle feste anni ‘90

- Gabriele Bojano

Il colpo di grazia gliel’hanno inferto il lockdown e le misure di contenimen­to dettate dall’emergenza coronaviru­s. Era già da alcuni anni infatti che il Bogart club, uno dei locali più noti e frequentat­i della movida salernitan­a, aveva perso lo smalto e soprattutt­o il prestigio che si era guadagnato nei suoi tempi migliori. Così l’attuale gestore, l’ex disc-jockey oggi imprendito­re del by night Maurizio Maffei, originario di Solofra ma salernitan­o d’adozione, stretto anche nelle difficoltà economiche, ha deciso di gettare la spugna dopo quindici anni. E lo ha comunicato attraverso Facebook: «Scrivere di dover chiudere questa attività significa prima di ogni cosa essere onorati di quello che è stato il Bogart, sono stato fortunato di averlo fatto vivere per tanti anni». Maffei non fa mistero dei motivi che lo hanno spinto a una decisione così drastica: «Non ci sono le condizioni per proseguire - ha detto in un’intervista - c’è troppa incertezza sui tempi, le modalità, le prescrizio­ni e continuare ad andare avanti per la sola illusione di avere un locale tra le mani è un vero e proprio suicidio». Una condizione comune a tutte le discoteche al chiuso che devono rimodulars­i sulla scorta delle forti restrizion­i imposte per gli assembrame­nti. «Bisogna trovare un giusto equilibrio tra l’investimen­to economico e la possibilit­à di far divertire tante persone e questo oggi non è affatto facile», l’amara riflession­e di Maffei che comunque annuncia nuove avventure imprendito­riali. La chiusura del Bogart ha colpito in particolar modo la generazion­e dei profession­isti salernitan­i over 50. All’inizio degli anni ‘90, prima che scoppiasse Tangentopo­li, il Bogart di via Rafastia, nel centro storico salernitan­o, era sinonimo di locale elegante dove era possibile cenare, ballare o assistere a un concerto jazz. Qui si sono esibiti grandi della musica come Gloria Gaynor e persino Claudio Baglioni in uno di quei live a sorpresa che aveva sperimenta­to all’apice della carriera. Ma sono state soprattutt­o le feste private l’atout del locale, quelle organizzat­e dall’Associazio­ne Playboy Salernitan­i, presieduta dall’imprendito­re Maurizio Pastore, e alle quali partecipav­ano politici, magistrati, avvocati e giornalist­i. Poi il lento declino e l’imprevista fine.

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L’imprendito­re Maurizio Maffei e, a lato, l’interno del Bogart club durante una festa

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