Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Capria, de Giovanni, Braucci Gli scrittori per la piccola editoria
L’idea è quella di ottenere un finanziamento ad hoc per buoni acquisto libri
Il governo le ha riaperte per prime per dare un segnale di rinascita, ma le librerie, luoghi simbolo, non sembrano uscite dalla Fase 1 . Ripartenza lentissima in Campania e gli editori sono in ginocchio.
L’editoria campana, messa a dura prova dal Covid 19, non si arrende e rilancia col progetto «Investiamo in titoli» promosso da Alberto D’Angelo, editore de Il Filo di Partenope, e dalla rete campana Adei (Associazione degli Editori Indipendenti). Uno slogan, un riuscito gioco di parole per sottolineare il duplice valore dei libri sul piano simbolico, per la riserva di ricchezza che rappresentano per i lettori, ma con un loro peso economico, quando se ne discute in termini di impresa. Subito scesi in campo a sostegno della proposta Raffaele La Capria, Maurizio de Giovanni, Pino Imperatore, Wanda Marasco, Antonella Ossorio, Maurizio Braucci, Manuela Piancastelli, Silvio Perrella, Armida Parisi, Italo Ferraro, Davide Vargas, Francesco Forlani, firmatari della «Lettera - appello delle scrittrici e degli scrittori campani indirizzata al presidente della Regione, Vincenzo De Luca» che accompagna la richiesta. «Sostenere l’acquisto di un libro degli editori campani», si legge nel documento, «è un atto d’amore verso la nostra terra, è diffondere bellezza e può sicuramente aiutare questi piccoli editori indipendenti a riprendere il loro cammino e i loro progetti». Si chiede un intervento della Regione per il finanziamento di buoni di acquisto libri. Nello specifico il programma prevede l’assegnazione a un certo numero di case editrici campane di buoni acquisto per un valore di 5.000 euro per ognuna di esse. Il fruitore del buono, acquirente-lettore finale, che può avere un valore di 10 euro, deve impegnarsi a integrarlo con un importo uguale a quello richiesto. In questo modo lo stanziamento regionale sarà raddoppiato di valore. Le case editrici possono eventualmente integrare questi buoni da concedere alla propria clientela con un identico stanziamento. In questo modo il giro d’affari potrà essere addirittura triplicato. «In effetti concependo questo progetto ho cercato la possibilità di un’equa distribuzione» afferma Alberto D’Angelo. «Di solito questo stesso stanziamento in altre regioni passa attraverso le biblioteche senza alcuna garanzia che tutti gli editori possano ugualmente usufruirne. Il mio programma mette in moto un sistema democratico, che rende l’editore protagonista in prima persona, e diventa anche uno strumento di promozione e di marketing. Il mio sforzo è stato quello di immaginare un sistema che raggiungesse tutte le case editrici che volessero aderire». Una boccata d’ossigeno necessaria per evitare il collasso di centinaia di piccole case editrici locali che a breve potrebbero essere costrette a chiudere i battenti nel contesto di generale fragilità economica della nostra regione.
Due mesi di chiusura delle librerie, la sospensione di eventi culturali, festival e fiere hanno avuto un peso enorme sul bilancio di un’ impresa che nel rapporto col pubblico trova senz’altro un suo punto di forza notevole. Non è bastato l’impegno di scrittori e addetti ai lavori, che hanno continuato a parlare di libri mettendo in piedi, attraverso i canali social, iniziative, rassegne ed eventi per mantenere accesi i riflettori sul mondo del libro e favorire momenti d’incontro tra scrittori e lettori nonostante il distanziamento. Adesso è importante inventare delle strategie valide a sostenere concretamente queste imprese che sono un baluardo di memoria per il territorio. «Un mondo che tramanda storie e tradizioni destinate altrimenti, prima o poi, all’oblio», come leggiamo nella lettera - appello. Ma ha un’altra preoccupazione, non meno importante, Alberto D’Angelo: «Il rischio della crisi post Covid», afferma, «è incrementare ancora di più le case editrici a pagamento penalizzando le piccole indipendenti che fanno un lavoro di ricerca e cura degli autori e della bella scrittura. C’è il grosso pericolo di finire in questa zona grigia in cui il libro perde la sua qualità».
Nel nostro Paese si legge troppo poco. La disaffezione al libro e alla lettura andrà combattuta con molte armi. Un aiuto alle imprese locali potrà servire in questa fase di emergenza ma per incrementare il numero dei lettori bisognerà puntare ad altre strategie: alla qualità, alla ricerca, alla passione, alle storie che sapranno raccontare il mondo che è stato e quello che sarà.