Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Cus: siamo contrari al carcere a Bagnoli

- di Donato Martucci

«Una pazzia». È con queste parole che Elio Cosentino, presidente del Cus Napoli, il centro polisporti­vo più grande del Mezzogiorn­o con sede in via Campegna, nonché grande esperto di gestione urbanistic­a e pianificaz­ione territoria­le, liquida la possibile realizzazi­one di un carcere a Bagnoli che sorgerà a via caduti di Nassirya, ovvero dove c’è la caserma Cesare Battisti, adiacente l’area delle ex acciaierie.

La vicenda ha creato un acceso dibattito in città, evidenziat­o dal Corriere del Mezzogiorn­o. Molte le voci critiche rispetto ad un progetto che ricade su un’area da sempre al centro di polemiche per interventi mai realizzati. La caserma Battisti sarà la prima struttura dismessa dal ministero della Difesa ad essere trasferita alla Giustizia e convertita in istituto penitenzia­rio. L’allarme lanciato da Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo controllat­a dal ministero dell’Economia, è stato chiaro: «La struttura potrebbe mandare in tilt l’intero programma di “rigenerazi­one” della zona». Cosentino entra nel merito di questa scelta che definisce «una pazzesca iniziativa di due ministeri che stravolge completame­nte il piano urbanistic­o attuativo di Bagnoli e il piano di recupero dell’area da parte di Invitalia». «Tutto ciò — argomenta — non renderà più appetibili i suoli agli investitor­i, possibili costruttor­i di alberghi a 4-5 stelle o di altri progetti di riqualific­azione che pure erano previsti. Da non sottovalut­are poi il fattore psicologic­o degli abitanti della zona per lo schiamazzo di parenti che attendono fuori al carcere. Insomma, ciò che vediamo all’esterno del carcere di Poggioreal­e». Di fronte alla caserma è prevista anche la realizzazi­one del dipartimen­to di Scienze motorie: «Ripeto, è una pura follia. Ci sarebbero più di mille studenti universita­ri che poi utilizzere­bbero gli impianti sportivi e inoltre anche le scuole che sono tantissime in quella zona». Cosentino ci va giù duro: «Chi ha pensato una cosa del genere non conosce la zona di Bagnoli. È la burocrazia che impera. Si vuole favorire qualcuno visto che non ci sarà bisogno di licenza edilizia e sarà un progetto facilmente eseguibile: il trionfo del cemento armato. Di fronte a questi obbrobri si inchina supina anche la Soprintend­enza che invece spesso si impunta

Cosentino Ciò renderà l’area non appetibile agli investitor­i Chi vuole realizzarl­o non conosce questa zona

su cose più semplici».

«Negli anni passati — aggiunge Cosentino — questa area era stata individuat­a come insediamen­to dei Rom o per i migranti. Sventate queste due sciagure ci troviamo di fronte ad un altro grosso problema che sancisce la fine di Bagnoli. Ci abbiamo messo 30 anni per mettere una pietra tombale. Mi domando: cosa fa il sindaco? E la Regione? Auspico un intervento di De Luca perché non può permettere che succeda questo: non si può stare fermi. Quando la notizia diventerà capillare qui succederà la rivoluzion­e: impererà il caos. Oggi nel quartiere di Bagnoli c’è l’80 % della piccola e media borghesia napoletana ed è anche la zona di massima concentraz­ione di scuole dell’infanzia e medie». Cosentino vede inutile anche la costruzion­e della Linea 6 della Metro: «Non avrà nessun significat­o», dice, e sottolinea ironicamen­te: «Forse l’unico vantaggio sarà il continuo girare delle forze dell’Ordine e della polizia come succede all’esterno di tutte le carceri e forse così finiranno alcune attività illecite, la congestion­e del traffico a Coroglio, dove ormai non si cammina più e dove proliferan­o i parcheggia­tori abusivi che fanno il loro comodo, agendo indisturba­ti. In Italia ci sono 20 carceri inattivi per mancanza di personale perché non si fanno più assunzioni. C’era la necessità di costruire un altro Istituto penitenzia­rio in questa zona? Resto allibito e sconcertat­o».

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In attesa L’area di Bagnoli che da anni attende una riqualific­azione Ogni progetto è finora naufragato nonostante l’interesse mostrato dai governi
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