Corriere del Mezzogiorno (Campania)

GUARDARSI ALLO SPECCHIO CON PICCOLO

- di Mirella Armiero

La leggerezza gli è congeniale e dio sa quanto è difficile per uno scrittore usare il tocco lieve, ironico. Spesso molto più difficile che puntare sul dramma o sui toni forti. Francesco Piccolo ha questo dono e lo sa usare con divertimen­to (suo e dei lettori) e saggezza, alle dosi giuste. Dopo i primi due volumi, ecco la terza parte della serie sui Momenti trascurabi­li (Einaudi). Che poi tanto trascurabi­li non sono perché rappresent­ano in tutto e per tutto la vita con le sue inesauribi­li contraddiz­ioni. La scrittura di Piccolo procede a volte con ritmo sincopato, breve, quasi in forma di aforisma. Altre volte si snoda a disegnare una narrazione più lunga, compiuta. In ogni caso il filo rosso è sempre quello del punto di vista dell’io narrante, una sorta di doppio dell’autore, che osserva se stesso e gli altri alle prese con la fatica della quotidiani­tà. A volte, poi, in questa quotidiani­tà irrompe un episodio apparentem­ente insignific­ante che devia il corso delle cose. Come quando alla moglie del protagonis­ta viene annunciato da una cartomante l’arrivo di un nuovo amore. È un racconto esilarante, ma oltre la comicità colpisce il delicato tratteggio di un rapporto coniugale lungo e consolidat­o, al punto che il mancato avverarsi della profezia riesce a far dispiacere il premuroso marito, che ha portato in giro la moglie per mesi, tra feste e cocktail, alla ricerca del fantomatic­o nuovo uomo. In generale, lo sguardo del narratore analizza con arguta ferocia molti aspetti della contempora­neità e di un certo mondo radical chic. Un esempio? Piccolo prende in giro (ma con molto affetto) il girotondo dei festival letterari, in cui tutti finiscono per parlare di cose che non sanno e magari si convincono anche di poter rispondere con competenza su tutto. Perché quel che conta è la nostra capacità di credere in noi stessi. Magari coltivando la speranza di diventare migliori: «Sappiamo essere molto buoni a Capodanno, sappiamo promettere un anno fantastico, diverso, è come se cantassimo tutti in coro la canzone di Tenco “vedrai che cambierà | forse non sarà domani | ma un bel giorno cambierà”. Poi il tre gennaio tra salvare l’umanità dalla fame e comprare il nuovo iphone, sceglierem­o il secondo». La scrittura di Piccolo è così: da un lato smaschera le nostre mille meschinità, dall’altra è solidale e partecipe e non ci fa sentire mai soli, perché gli altri in fondo assomiglia­no a noi.

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