Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rosa Feola, il soprano che spezza il silenzio Canta a Ravenna per Muti, poi a Roma e Verona
«Sono entusiasta di avere ricevuto due proposte solo pochi minuti dopo l’annuncio che dal 15 giugno si sarebbe finalmente potuto riprendere a eseguire musica dal vivo, sia pure all’aperto: il concerto inaugurale del Festival di Ravenna, diretto da Riccardo Muti, nel giorno della Festa della Musica, e “Rigoletto” per l’Opera di Roma, con il maestro Gatti e poi sarò anche nel Gala inaugurale dell’Arena di Verona il 25 luglio». La giovane soprano Rosa Feola, nata a San Nicola La Strada, che il 21 giugno, con l’orchestra Cherubini e Muti sul podio, inaugurerà, alla presenza del presidente
Mattarella e del ministro Franceschini il Festival di Ravenna. È prevista la diretta Rai. Il soprano campano è accreditato come uno dei maggiori interpreti della sua generazione di un repertorio che spazia da Mozart a Rossini, da Donizetti a Verdi. «Mi lusinga: ho affrontato opere di questi giganti, ma se mi si chiedesse quale sia il sogno della piena maturità direi Madama Butterfly». I ruoli femminili, se non tragici, hanno destini lietamente matrimoniali. «Certo, è vero, in particolare i personaggi affidati al soprano, se non sono giovani furbe e seduttive, come nell’opera comica, finiscono col morire di tisi qualche rilettura attualizzata ha proposto di Aids, overdose e chissà che non vedremo Violette o Mimì perire di Covid». Dopo l’emergenza la lirica torna con due campani: Rosa Feola e Riccardo Muti.
«Non ci avevo pensato, ma riflettendoci, il mio orgoglio di campana, quasi concittadina di Cimarosa e di Jommelli, si rafforza e con esso la responsabilità: la Festa della Musica più attesa parlerà napoletano».
Il maestro Muti è nato a Chiaia, distante da Palazzo Reale di Napoli più o meno quanto la Reggia di Caserta dista dalla casa natale di Rosa Feola. «Il paragone è proponibile solo tra i due siti monumentali. Se mi illudessi di avere accesso alla sala del trono, scoprirei di essere un paggio. Nella musica non si regalano scettri , occorre guadagnarseli».