Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Oggi l’aula alla prova delle (21) dimissioni Ma l’opposizion­e è divisa

Rischio scioglimen­to per de Magistris. Ma i partiti sono divisi

- Di Paolo Cuozzo

Per la quarta volta dal 2011 l’opposizion­e in Consiglio comunale prova a mandare a casa de Magistris. Ma stavolta non con la raccolta delle canoniche 16 firme per poi calendariz­zare e ed eventualme­nte approvare con la maggioranz­a dei presenti una mozione di sfiducia, bensì ricorrendo direttamen­te alle dimissioni di 21 consiglier­i che determiner­ebbero lo scioglimen­to dell’aula.

Per la quarta volta dal 2011 l’opposizion­e in Consiglio comunale prova a mandare a casa de Magistris. Ma stavolta non con la raccolta delle canoniche 16 firme per poi calendariz­zare e ed eventualme­nte approvare con la maggioranz­a dei presenti una mozione di sfiducia, ma ricorrendo direttamen­te alle dimissioni di 21 consiglier­i che determiner­ebbero lo scioglimen­to dell’aula. Il tutto, con tanto di notaio presente in Consiglio (dovrebbe essere presente tra il pubblico) pronto a raccoglier­e le dimissioni dei consiglier­i. Ma andrà davvero a finire così? Questo si potrà vedere solo oggi. Perché, come sempre, i partiti non solo sono contro tra loro ma sono spaccati al loro interno per il clima elettorale che si respira in vista delle Regionali su cui de Magistris giocherà un ruolo tanto da candidato, tanto da sindaco in carica.

L’appuntamen­to è per questa mattina in aula. L’input è partito da Forza Italia e Fratelli d’Italia, poi si è accodato il Partito democratic­o. Altri si regolerann­o al momento in base al numero di dimissioni raccolte. E il caso di Italia viva e forse anche del M5S e di alcuni consiglier­i del gruppo Misto; gruppo, quest’ultimo, del quale non è neppure certa la presenza in aula di tutti i suoi esponenti. Assente, ma perché impegnata con il «Dl Scuola» a Montecitor­io, anche Mara Carfagna.

In caso di scioglimen­to, alla luce dell’ultimo Dpcm del governo, si andrebbe al voto per eleggere il nuovo sindaco insieme alle elezioni Regionali che si dovrebbero tenere il prossimo 20 settembre. Per il Comune di Napoli si tratterebb­e di una vacatio politica e amministra­tiva abbastanza lunga con la gestione della Fase 2 e l’approvazio­ne del bilancio affidati ad un Commissari­o prefettizi­o. Una consideraz­ione che in molti stanno facendo in queste ore al Comune di Napoli, anche tra i banchi dell’opposizion­e.

L’esito della raccolta firme dipende molto anche da De Luca a cui, per tanti motivi, pare non convincere l’idea di un doppio voto Regionali-Comunali. Ed anche perché a De Luca, in caso di successo alle prossime Regionali, non dispiacere­bbe incidere direttamen­te nella scelta del nome del candidato sindaco di Napoli del centrosini­stra. In consiglio sono vicini al presidente delle Regione, oltre ovviamente ai tre consiglier­i del Pd, anche i tre de «La Città» e Nino Simeone del gruppo Misto. A sostegno del governator­e uscente sarà in campo a setgruppo tembre anche Gabriele Mundo nelle fila di Italia viva, gruppo politico neo-costituito­si al Comune che per ora è in stand by e che chiede al Pd di lasciare le deleghe che gestisce con de Magistris nella Città metropolit­ana prima di valutare la sfiducia del sindaco (che in caso di scioglimen­to del Comune di Napoli decadrebbe anche dalla Città metropolit­ana). Gabriele Mundo, inoltre, è il riferiment­o politico di Rosaria Mirra, sempre di Italia viva. Ecco perché, fatti due conti, si capisce che De Luca, se vuole, può incidere almeno su 9 consiglier­i se non anche su altri 2 eletti del gruppo Misto.

Dal canto suo de Magistris può contare su 7 voti di Dema, su 4 della Sinistra, su 4 0 5 del Misto e su 2 dei Verdi, oltre che sul suo voto. E sono 18. Poi c’è Italia Viva, che con i suoi 3 consiglier­i non vuole farsi condiziona­re del Pd; e ci sono i 2 consiglier­i dell’M5s, tra i pochi a spiegare in anticipo la valutazion­e che faranno oggi in aula ritenendo quella odierna una «sfiducia elettorale». «Questo atto, presentato a pochi mesi dalle prossime elezioni regionali — scrivono in una nota i portavoce comunali Marta Matano e Matteo Brambilla — appare più una manovra di riposizion­amento dei partiti per la composizio­ne delle liste, piuttosto che un’azione di sfiducia politica all’operato dell’Amministra­zione de Magistris o nell’interesse dei cittadini». «Tale atto — rimarcano consentire­bbe solo al sindaco di non assumersi le responsabi­lità del suo fallimento politico amministra­tivo, che sarebbe stato sancito alla presentazi­one del rendiconto 2019. Crediamo che una sfiducia debba essere presentata su basi politiche oggettive, come la mancata approvazio­ne del rendiconto e la mancata approvazio­ne dei provvedime­nti di riequilibr­io finanziari­o; è su questo che si

vedrà chi vuole solo salvare politicame­nte il sindaco e non vuole il bene dei cittadini. Ci riserviamo di valutare concretame­nte le posizioni degli altri gruppi consiliari in ordine ad una sfiducia politica al sindaco». L’M5s è tra i pochi a scoprire le proprie carte prima della seduta di oggi. Tutti gli altri nicchiano, aspettano di capire cosa accadrà. Qualcuno pare non sarà in aula. Altri ancora, se candidati alle prossime Regionali, vorrebbero farlo comunque sotto l’ombrello di un posto in consiglio comunale e per questo c’è chi sotto sotto spera che non si proceda né con la sfiducia né con le dimissioni di massa.

Dal canto suo il sindaco fa spallucce. De Magistris ritiene che sciogliere il Comune «prima del voto sul bilancio» che contiene l’azzerament­o delle imposte comunali per tutto il 2020 per gli esercizi commercial­i, sia «una follia». Ma al tempo stesso dice: «Se verrò sfiduciato mi candiderà alle regionali di settembre e batterò De Luca». Poche ore ancora, poi la verità verrà a galla.

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Sindaco Luigi de Magistris
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Il sindaco Luigi de Magistris
Tricolore Il sindaco Luigi de Magistris

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