Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Salvini: «Si può vincere Ammiro Maresca, Tommasetti una risorsa»
Il leader della Lega venerdì in Campania: «Occorrono idee chiare Caldoro è in linea con me. Stimo Maresca e Tommasetti, volti nuovi»
Perché si tarda a raggiungere l’intesa sul candidato presidente per la Campania? Semplice, prima dei nomi servono idee chiare sul programma, su ciò che i cittadini campani ci chiedono». Così Matteo Salvini al Corriere del Mezzogiorno. «Venerdì sarò a Napoli e poi ad Avellino proprio per incontrare cittadini e imprenditori abbandonati dalla Regione».
Matteo Salvini, perché il centrodestra è come se non riuscisse a trovare il cemento per stare assieme, come avveniva per il passato, ma si divide ad ogni occasione?
«Il centrodestra è unito e la manifestazione del 2 giugno nelle piazze italiane, anche in Campania, lo ha dimostrato. Abbiamo lavorato in piena sintonia per migliorare i provvedimenti del Governo, anche se poi non siamo stati ascoltati. Quanto al Mes, la Lega è contraria e non cambia idea».
Allora perché si tarda a raggiungere una intesa sul candidato presidente della Campania?
«Prima, servono idee chiare sul programma, su ciò che i cittadini campani ci chiedono. Quindi, sicurezza, ospedali, cantieri, lavoro, lavoro e lavoro. E poi garantisco che se si lavora sui contenuti e sulla squadra, il resto verrà da sé».
L’occasione sarà data dal suo ritorno a Napoli?
«Il 5 sarò a Napoli e poi ad Avellino proprio per incontrare cittadini e imprenditori abbandonati dalla Regione. Sarà un’altra occasione per confrontarsi e soprattutto ascoltare, ascoltare ed ascoltare».
Caldoro ha detto che lui non lavora per la candidatura ma per l’unità del centrodestra.
«È esattamente in linea con quello che penso io. Caldoro è una persona perbene, ma serve una novità: non bandierine politiche, bensì uomini di spessore che incarnino il cambiamento e sappiano interpretare un programma che noi avevamo già pronto e che stiamo riadattando dopo l’emergenza Covid».
Il magistrato anti camorra Catello Maresca sarebbe stato disponibile a rappresentare una aggregazione trasversale e civica. Potrebbe essere una soluzione gradita anche alla Lega?
«Maresca è un magistrato anti camorra di assoluto valore. Un servitore dello Stato che stimo e apprezzo per il lavoro a difesa della legalità e della sicurezza e per l’impegno nel sociale e nel volontariato. Per la Campania serve un progetto di sviluppo e una visione».
Toti gli invia baci in tv. Il governatore Fontana richiama l’amicizia con il suo omologo campano e anche lei, quando lo critica, premette che è simpatico. Qualcuno sospetta che vi sia una sorta di desistenza a favore di De Luca.
«Non voglio rovinare le fantasticherie di chi immagina scenari così surreali da stupire me per primo. La nostra sola desistenza sarà quella di mandare a casa De Luca e di riconsegnare la Campania ad un Governo che le permetta di occupare
il posto che merita».
Eppure il modello De Luca rappresenta una tipologia di amministratore molto somigliante a quella del «ghe pensi mi» idealizzata al Nord.
«Assolutamente no, De Luca è un personaggio mediatico che nella sostanza è disastroso: ospedali lasciati chiusi in emergenza Covid, assurdi divieti come lo stop alla consegna a domicilio, paletti alle riaperture, ordinanze confuse, allucinanti aperture agli immigrati alla faccia dei disoccupati campani. Il tutto condito da insulti deliranti sulla forma fisica dei suoi cittadini, minacce di chiudere i confini ai campani e di usare il lanciafiamme. Senza dimenticare lo scandalo dell’Asl Napoli 1 con le ombre che stanno emergendo in seguito alle indagini a cui avevo personalmente dato il via come ministro dell’Interno. Ormai è come quei dittatori caraibici fuori controllo, altro che bravo amministratore. E non credo di dover ricordare l’irrisolta emergenza rifiuti: servono impianti di valorizzazione dell’immondizia, altrimenti ci guadagna la camorra e ci perdono in salute i campani».
Caldoro
Persona perbene e apprezzo che lavori per la coalizione. Però servono nomi nuovi
De Luca
Personaggio mediatico che combina disastri, non ha dato un euro di premio ai sanitari
Il 5 sarò a Napoli e ad Avellino e incontrerò cittadini e imprenditori abbandonati dalla Regione
La sanità campana ha retto bene in questa emergenza. Eppure, il fondo di riparto nazionale la penalizza. Perché non si fa promotore di una battaglia per ripristinare criteri standard ed identici per tutte le Regioni?
«La sanità campana ha retto soltanto perché medici e infermieri hanno colmato con la loro passione e la loro creatività le enormi voragini organizzative e logistiche della mala-gestione regionale. Peccato che De Luca avesse garantito un bonus economico per riconoscere l’eroismo del personale sanitario, ma non è ancora arrivato un centesimo. Qui occorre rimboccarsi le maniche con un Governo regionale che abbia come priorità la sicurezza dei cittadini, e non la visibilità personale di un uomo solo al comando».
Catello è un magistrato di valore che ammiro per il suo impegno anti clan, ma anche sociale
La Lega continua ad essere rappresentata da esponenti lombardi in Campania: non trova che così si autorizzi il sospetto di una volontà colonizzatrice?
«La Lega al Sud esiste soltanto da sei anni e mi sembra normale, e anche bello se permette, che una persona di grande esperienza e spessore come Nicola Molteni si metta a disposizione per far crescere una nuova classe dirigente campana. Se vogliamo parlare di politici locali, mi faccia ricordare che il Governo Conte ha ben quattro ministri campani (Di Maio, Spadafora, Costa ed Amendola) eppure De Luca non riesce a farsi rispettare dall’esecutivo amico. Sono orgoglioso, da ministro dell’Interno, di aver dimostrato attenzione per la Campania con presenze frequenti e investimenti importanti nella sicurezza. E sono di Milano...».
Insomma, concorderà con gli alleati programma e candidato alla presidenza della Regione. Ma proverà a spingere per candidare il professore Tommasetti?
«Un altro nome di assoluto valore. Una persona preparata e seria, che si sta dando molto da fare e che sicuramente darà il suo contributo. Ma ripeto:ciò che conta davvero è la squadra. Si ricorda il grande Napoli di fine anni ‘80? Maradona era Maradona, ma per vincere gli scudetti furono altrettanto preziosi i Crippa, i De Napoli, i Ciro Ferrara...».