Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sepe resta (almeno) fino a San Gennaro

Il Vaticano non ha fretta e l’agenda del cardinale è già molto fitta «Orgoglioso dei miei sacerdoti, resto tra la gente con entusiasmo»

- di Vincenzo Esposito

NAPOLI Settantase­tte anni e non mostrarli. Con la capacità di portare ancora sulle spalle il peso delle paure e dei problemi dei napoletani. E offrire, in ogni momento, una parola di conforto, uno spiraglio di speranza che non deve mai mancare. Come il grido che dall’inizio del suo viaggio pastorale a Napoli si è sempre alzato alto e forte contro la camorra e la criminalit­à più spietata, con boss scomunicat­i e parroci invitati a non dare i sacramenti a chi vive nell’illegalità prepotente e violenta. Il cardinale Crescenzio Sepe ha compiuto ieri 77 anni.

Ma per il Vaticano non è ancora giunto il tempo della pensione. Papa Francesco, nel 2018, alla soglia dei 75 lo ha invitato a rimanere alla guida dell’Arcidioces­i di Napoli per altri due anni, scaduti ieri. A Roma però non hanno fretta, anzi.

E il cardinale Sepe che cosa dice? «Ringrazio Dio - spiega l’arcivescov­o - per il dono della vita e per aver voluto che svolgessi il mio ministero episcopale alla guida della diocesi di Napoli, accompagna­to dall’impegno pastorale dei miei sacerdoti dei quali mi dico orgoglioso. Ringrazio tutti per la benevolenz­a e l’affetto che mi riservano. Posso dire che sto tra la gente con entusiasmo e premura paterna condividen­do le ansie e le attese del popolo napoletano, cui rivolgo la mia costante attenzione di vescovo e pastore che ama profondame­nte i suoi figli».

Parole chiare e certo non di chi sta per lasciare il suo ufficio. Perché i problemi da affrontare e da risolvere in questa era di post Coronaviru­s sono tanti e delicati. «Abbiamo appena visto - racconta Sepe - come Napoli nei momenti difficili sappia dare prova di maturità e di responsabi­lità, senza mai perdere la speranza della luce che prevale sul buio della notte. Sono certo che il cammino positivo, benché non facile, che Napoli ha imparato a fare in questi anni porterà al cambiament­o, alla rinascita e all’affermazio­ne dell’immagine vera di questa meraviglio­sa città se tutti noi continuere­mo ad operare con unità di intenti come ha auspicato il carissimo presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

Sì, è un momento delicato per la città che ha bisogno di punti di riferiment­o sicuri. Difficile che si possa pensare Oltretever­e a una succession­e immediata. La crisi sanitaria e quella economica che ne è seguita hanno bisogno di risposte. Sarebbe un problema arduo per un nuovo pastore che non conosce ancora a fondo i problemi e la realtà napoletana.

D’altra parte l’agenda di Sepe è fitta. Ci sono le ordinazion­i sacerdotal­i da celebrare, con cinque o sei seminarist­i che il cardinale ha seguito personalme­nte. Poi a metà giugno sono previsti gli «incontri pastorali» che quest’anno per ragioni di spazio e di distanziam­ento si terranno nella basilica di Capodimont­e e non a Pacognano o a Materdomin­i come negli altri anni. Un «vertice» diocesano che servirà a dettare le linee per il nuovo anno pastorale che come sempre coinciderà con l’onomastico di Sepe, il 14 settembre. Anzi quest’anno verrà anticipato di un giorno, al sabato, perché molti sacerdoti hanno chiesto di non lasciare la propria parrocchia «scoperta» di domenica e di poter celebrare le messe. Poi ci sarà l’ultima Opera di Misericord­ia, «seppellire i morti», conclusion­e di un cammino religioso che Sepe sta portando avanti da anni con i suoi fedeli e al quale tiene molto anche Papa Francesco. E poi ci sono le opere sociali, gli aiuti ai poveri, le donazioni agli ospedali. Tra le altre cose si sta realizzand­o, poco lontano da Donnaregin­a, la casa di accoglienz­a per i senzatetto che durante il periodo Covid l’Arcidioces­i aveva aperto momentanea­mente a Cappella Cangiani.

Infine il miracolo di San Gennaro, quello che tutta la Chiesa di Napoli aspetta per ringraziar­e il Patrono «che anche in questo frangente ha protetto la sua gente» e celebrare quello che non è stato possibile fare a maggio con la tradiziona­le procession­e dell’Infrascata annullata e con un prodigio in «solitario».

Ecco, tutto coincide. Il dopo Sepe non si deciderà prima del miracolo di San Gennaro del 19 settembre. Il Vaticano non ha fretta, come è stato dimostrato anche per la succession­e di Angelo Bagnasco a Genova avvenuta cinque mesi dopo la scadenza. Dal 2006, inizio dell’incarico pastorale a Napoli, di anni ne sono passati 14. Chissà, 15 sarebbe per Sepe un traguardo più «rotondo».

” Il futuro Sono certo che il cammino positivo, benché non facile, che Napoli ha imparato a fare in questi anni porterà al cambiament­o, alla rinascita

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Marzo 2015, papa Francesco arriva a Napoli per una visita lampo che conquista la città. Ad accoglierl­o il cardinale Sepe che gli mostra la teca con il sangue del santo patrono che si scioglie
La visita Marzo 2015, papa Francesco arriva a Napoli per una visita lampo che conquista la città. Ad accoglierl­o il cardinale Sepe che gli mostra la teca con il sangue del santo patrono che si scioglie
 ??  ?? Luglio 2006 Il cardinale Crescenzio Sepe viene chiamato a capo della diocesi di Napoli. Il cammino inizia da Scampia nel nome di Wojtyla
Luglio 2006 Il cardinale Crescenzio Sepe viene chiamato a capo della diocesi di Napoli. Il cammino inizia da Scampia nel nome di Wojtyla
 ??  ?? Maggio 2020 Uno dei momenti più difficili: un miracolo di San Gennaro in pieno contagio Covid in una cattedrale deserta come la città
Maggio 2020 Uno dei momenti più difficili: un miracolo di San Gennaro in pieno contagio Covid in una cattedrale deserta come la città

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