Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Jabil, una guerra fra disperati I licenziati ora attaccano le Rsu

Atto d’accusa verso gli operai non coinvolti. Oggi tavolo al ministero del Lavoro

- Piero Rossano

La notizia, diffusa nel pomeriggio da canali non ufficiali, ha trovato conferma intorno alle 21 di ieri sera. È quella di una nuova convocazio­ne per i sindacati in sede di ministero del Lavoro per dare comunicazi­one degli sviluppi del confronto tra governo e management Usa nella difficile vertenza Jabil, l’azienda statuniten­se che dopo aver comunicato e di fatto operato 190 licenziame­nti nello stabilimen­to di Marcianise, sfuggendo ad ogni tipo di richiesta ha poi abbandonat­o le trattative e fatto calare il silenzio sul «caso». Il tavolo è previsto per le 10.30 di oggi in call conference.

Ai risvolti della vicenda guardano con sempre maggiore apprension­e gli ormai ex lavoratori. La speranza è quella di una ricollocaz­ione presso altre aziende del settore informatic­o e delle Tlc, un processo che era stato già avviato ma che si è interrotto allorquand­o la Jabil ha assunto la decisione di non prorogare la cig Covid (restavano altre 5 settimane) e di procedere unilateral­mente ai 190 esuberi. Decisione che ha scavato profonde divisioni all’interno della stessa forza lavoro dello stabilimen­to casertano. Questa mattina presto - dopo la pausa del 2 Giugno - tornerà a costituirs­i il presidio di ex operai davanti ai cancelli del sito.«Dobbiamo impedire che i nostri colleghi tornino al lavoro», era il passaparol­a che circolava ieri tra i destinatar­i delle lettere di licenziame­nto. Perché lo sciopero ad oltranza proclamato due settimane fa e che ha coinvolto anche gli ultimi 350 addetti non toccati dai provvedime­nti da giorni scricchiol­a dietro il timore di perdere altri soldi in busta paga. O, magari, di stizzire ulteriorme­nte una proprietà che non si è dimostrata finora ben disposta né con gli occupati né con le istituzion­i.

Il malanimo tra chi è stato licenziato e chi è rimasto al lavoro è sfociato ieri in un documento dai toni molto duri diffuso da una parte dei primi. In esso si fa riferiment­o a presunti favoritism­i fatti dall’azienda nei confronti di quanti sono rimasti in servizio e a «connivenze» tra proprietà e Rsu aziendali. «Mi auguro che siano accuse infondate o che si basino su fatti e circostanz­e dimostrabi­li», ha commentato il segretario generale della Fiom Cgil di Caserta, Francesco Percuoco. «Parlo per me e per l’organizzaz­ione che rappresent­o: non abbiamo niente da nascondere né cose o pratiche di cui vergognarc­i», ha aggiunto.

Lunedì, nella sede della Cgil di Caserta, si erano presentati una quindicina di lavoratori licenziati. Hanno dato mandato agli avvocati dell’organizzaz­ione sindacale di impugnare i provvedime­nti (l’incontro si è svolto con Lello Ferrara, storico legale del sindacato ed ex sindaco di Aversa). Molti altri operai hanno scelto la strada di rivolgersi ad altri avvocati privatamen­te. In tutti resta però accesa la speranza di uscire positivame­nte dalla vertenza. L’assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri, ieri a Caserta per la cerimonia del 2 Giugno, ha confermato l’interesse di un’azienda campana a riassorbir­e gli esuberi.

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Riparte oggi il confronto tra le parti al ministero del Lavoro ma anche il presidio fuori la fabbrica
Ai cancelli Riparte oggi il confronto tra le parti al ministero del Lavoro ma anche il presidio fuori la fabbrica

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