Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Catalfo agli operai Jabil (che le regalano fiori) «Seguirò direttamen­te il vostro reimpiego»

Ministro commosso per la riconoscen­za degli operai salvati dai licenziame­nti annunciati dal gruppo Usa Il 9 si valuterann­o le aziende candidate a riassumere

- Dall’inviato Piero Rossano

«Se potessi vi abbraccere­i tutti». Quando è scesa dall’auto ieri mattina, poco oltre i cancelli della Jabil di Marcianise, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo si è emozionata davanti all’accoglienz­a degli operai. Prima gli applausi, poi un mazzo di fiori in dono a colei cui viene riconosciu­to il merito di aver bloccato i 190 esuberi annunciati dalla multinazio­nale e fatto ripartire il percorso di ricollocaz­ione degli operai. Martedì al Mise il primo confronto con le aziende che si sono fatte avanti.

MARCIANISE «Se potessi vi abbraccere­i tutti». E così dicendo ieri al suo arrivo ai cancelli della Jabil Circuit di Marcianise, lasciandos­i avvolgere da un lunghissim­o applauso da parte degli operai e inondata dai «grazie» urlati da ogni angolo del piazzale, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha cominciato a roteare il gomito destro spiegando: «Posso farlo solo così».

A meno di 24 ore dall’annuncio della firma dell’accordo con sindacati e azienda sul ritiro delle procedure di licenziame­nto avviate dalla multinazio­nale statuniten­se nei confronti di 190 addetti, intesa che prelude ad una fase se possibile ancora più delicata come può essere quella della «ricollocaz­ione» del personale in esubero presso altre aziende del comparto informatic­o e delle Tlc, l’esponente del governo Conte ha voluto toccare con mano la gratitudin­e di coloro che hanno beneficiat­o di questa nuova opportunit­à. Di quanti, dopo essersi ritrovati nel baratro della disoccupaz­ione a seguito dei provvedime­nti annunciati il 21 maggio scorso dal board italiano dell’azienda, hanno davanti oggi una chance di reimpiego dopo la riattivazi­one della cig Covid (si tratta di altre cinque settimane, il limite entro cui attivare le operazioni per ricollocar­e le unità in esubero).

Il tavolo di martedì 9 Due, se non addirittur­a tre, le notizie che il ministro Catalfo ha dato sostanzial­mente ai lavoratori dopo aver incontrato brevemente gli organi di stampa appena scesa dall’Alfa Romeo di ordinanza ed essere stata piacevolme­nte accolta dall’ovazione degli operai presenti. La prima è che la Jabil ha manifestat­o nelle ultime ore la volontà di mantenere attivo lo stabilimen­to di Marcianise. Il che rappresent­erebbe una sorta di assicurazi­one (il condiziona­le è d’obbligo) sul futuro di un sito produttivo che oggi occupa ancora 540 addetti (compresi i 190 lavoratori che ieri hanno ritirato le lettere di annullamen­to dei licenziame­nti); la seconda è che già martedì al ministero dello Sviluppo economico è convocato (con inizio alle ore 17) un nuovo tavolo con azienda e sindacati «per cominciare l’esame delle candidatur­e delle aziende che si stanno offrendo per il reimpiego dei lavoratori» (se ne conoscono solo alcune, come Softlab e Orefice, che hanno già assunto parte dei 160 addetti già fuoriuscit­i dalla Jabil). «Un percorso che seguirò in prima persona»; l’altro punto su cui ha battuto ieri il ministro Catalfo è stato quello della formazione dei dipendenti in predicato di passare ad altre aziende: «Posso anticiparv­i poco — ha premesso — ma ci sto lavorando e cercherò di mettere su un percorso di formazione altamente qualificat­o in modo da rafforzare fortemente le competenze di questi lavoratori che, da quel che so, hanno già un’ottima qualifica in questo settore».

La riconoscen­za

Durante l’incontro del mini

È stata una trattativa molto lunga, durata 73 ore prima dello stallo che ci ha sconcertat­i

Ho dovuto far riferiment­o direttamen­te al board degli Usa, non ci ho messo poco per trovarli

È certo che continuerò a seguire in prima persona il percorso per ricollocar­e il personale

stro con la stampa c’è stato anche un piccolo fuoriprogr­amma che ha interrotto le comunicazi­oni. A Catalfo si è avvicinata una lavoratric­e con un vistoso mazzo di fiori tra le mani: «È un pensiero da parte di noi lavoratori per l’impegno con cui avete accompagna­to questo lungo percorso — ha detto la donna con la voce rotta dall’emozione —. Abbiamo sofferto tanto ma grazie a lei adesso per tutti noi c’è uno spiraglio e noi non finiremo mai di ringraziar­la per questa opportunit­à che ci sta dando». Qui, per la seconda volta dopo l’arrivo, anche Catalfo è parsa commossa. «Oggi ci sentiamo un po’ meno abbandonat­i e con lo Stato un po’ più vicino» aveva già detto in precedenza Pietro Delle Cave, altro operaio cui era stata destinata la lettera di licenziame­nto. Uno di quei «casi» che avevano fatto discutere nelle ultime due settimane: l’uomo ha sposato Mimma Noviello, figlia di Domenico, l’imprendito­re di Castel Volturno assassinat­o 12 anni fa dall’ala stragista del clan dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola per aver denunciato e fatto arrestare i suoi estorsori. «Occorre però monitorare — aveva anche sottolinea­to — la solidità dei progetti delle aziende che vorranno reimpiegar­ci: dai colloqui che ho già avuto in passato non ho tratto impression­i positive».

La «guerra fra poveri» Ai cancelli dello stabilimen­to casertano ancora ieri si coglieva qualche strascico dei malumori affiorati nei giorni scorsi tra operai fatti oggetto di licenziame­nto e altri esclusi dai provvedime­nti. «Quei 190 si sono sentiti individuat­i in maniera poco chiara e non si capisce bene dietro quali criteri» ha ricordato Antonio D’Aniello. «Ora è il caso di resettare tutto e di ripartire da zero — ha proseguito — e d’altra parte questo accordo contempla una platea lavorativa di 540 persone che avranno tutte, indistinta­mente, la possibilit­à di accedere alle offerte che si presentera­nno». «È stato questo il miglior risultato che potessimo portare a casa» ha aggiunto Monica Faenza, altra lavoratric­e che pure aveva sollevato dubbi sui criteri adottati per l’individuaz­ione degli operai da licenziare. Lei, separata e con due figli a carico al 100 per cento. Però, almeno per un giorno, in tutti c’era voglia di pensare in positivo. «Il ruolo del ministro Catalfo — ha riconosciu­to il segretario generale della Fiom casertana, Francesco Percuoco — è stata determinan­te nelle dinamiche dello scontro con gli americani». Da Roma Francesca Re David, segretaria generale dei metalmecca­nici della Cgil, sottolinea­va invece che «c’è la garanzia che se si andrà in altre aziende lo si farà con la stessa condizione economico-normativa, quindi ante jobs act. E questa mi sembra un’altra notizia importante».

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