Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Pronti i licenziame­nti per il Colosimo I non vedenti restano senza assistenza

- A. S.

L’emergenza Coronaviru­s

NAPOLI continua a pesare sulle categorie più fragili, come le persone non vedenti e ipovedenti. L’annuncio del Governo di non dichiararl­a conclusa fino al prossimo 31 luglio, infatti, ha messo a rischio chiusura l’Istituto Regionale per non vedenti Paolo Colosimo, il più grande del Sud Italia, che vede in questi giorni i suoi operatori in stato di agitazione. Questo al termine di una complessa vicenda burocratic­a in cui sono coinvolti i tre enti del terzo settore gestori delle attività in Ati – il gruppo di imprese sociali Gesco e le cooperativ­e CMP e Icaro – e l’ente regionale che, mentre è già in corso la nuova gara per l’affidament­o del servizio, paventa la sospension­e di tutte le attività.

L’Istituto Colosimo, di proprietà della Regione ospita 55 persone non vedenti e ipo-vedenti, di età compresa tra i 16 e i 60 anni. Gli utenti, per il 70 per cento uomini e il resto donne, seguono percorsi diversi all’interno dell’Istituto: 21 di loro sono in regime di convitto mentre gli altri 34 sono in semi convitto.

Ebbene, nei due mesi del

lockdown sono state sospese, a causa del rischio Covid-19, tutte le attività laboratori­ali diurne, che vanno dalla musicotera­pia al corso di ortottista, dallo sport per non vedenti al teatro, fino ai corsi di olio e di autonomia domestica. Tutti gli utenti in convitto sono stati costretti a tornare a casa. Questo ha comportato una riformulaz­ione della convenzion­e regionale.

«A fine lockdown – spiega il referente dell’Ati presso la Regione, il sociologo Giuseppe Pennacchio - l’ente regionale non ci ha riconosciu­to parte del lavoro svolto. Poi il 28 maggio la Regione ci annunciava la possibilit­à di interrompe­re le attività». È a questo punto che l’Ati (Gesco e CMP, perché la coop

Icaro non ha dipendenti impiegati nell’istituto) ha avviato le procedure di licenziame­nto. A rischiare il lavoro sono trentaquat­tro persone. E resterà il dramma dei non vedenti senza più assistenza.

I numeri Nell’istituto ci sono 55 ospiti e 34 operatori

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