Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ciarambino: avevamo dato una chance al Pd Ora basta

La capogruppo regionale dei 5 stelle attacca: «Ci siamo rivolti ai giovani, ma si sono piegati ai dinosauri clientelar­i della prima repubblica»

- Angelo Agrippa

NAPOLI Valeria Ciarambino, capogruppo regionale 5 stelle e di nuovo in corsa per la candidatur­a a presidente della Campania. Alla fine correrete da soli come la volta scorsa. Davvero pensavate che il Pd potesse fare a meno di De Luca?

«Precisiamo: il nostro appello non è mai stato rivolto a questa o a quella specifica forza civica o politica, quanto a coloro che fossero desiderosi di condivider­e un progetto di rilancio, da costruire attorno ad un profilo in grado di incarnare nuovi valori. Una figura che avevamo individuat­o nel ministro dell’Ambiente Sergio Costa, con la sua storia di battaglie per la legalità e la Terra dei Fuochi. Chi allora aveva finto di tenderci una mano si è poi dimostrato interessat­o a stringere patti con chiunque dia maggiori garanzie di una poltrona sicura».

Delusa?

«Certo, la discontinu­ità predicata da tanti è stata sacrificat­a solo perché i sondaggi premiamo De Luca. E non mi stupisco che Pomicino, De Mita e Mastella siano i primi sostenitor­i di colui che fino a due mesi fa sembrava già avviato alla pensione».

Chi e cosa vi aveva a fatto immaginare che sarebbe andata diversamen­te?

«La speranza di far leva su quanti tra i giovani del Pd volessero sostenere un progetto di ricostruzi­one portando non dei nomi, ma valori e idee. Sarebbe stata un’occasione di rinnovamen­to anzitutto per loro. Purtroppo sono stati sopraffatt­i dalla politica del compromess­o, che ha risuscitat­o i dinosauri della peggiore politica clientelar­e della prima repubblica».

Non è anche colpa vostra se dopo cinque anni non siete riusciti a costruire un’alleanza politica?

«Abbiamo costruito la migliore delle alleanze possibili con la maggioranz­a delle persone di valore, grazie a un lavoro incessante di denunce, ma soprattutt­o di proposte: dalla sanità ai trasporti, dall’ambiente alle politiche sociali. Siamo stati gli unici veri interlocut­ori nelle tante vertenze di lavoro campane».

Un po’ di autocritic­a non farebbe male: l’ultima anticipazi­one sul ministro dell’interno che avrebbe dovuto commissari­are l’Asl Napoli 1 ha sortito un effetto boomerang. Dai 5 stelle a Salvini al centrodest­ra tutti a gridare

allo scandalo prima della decisione che, poi, non c’è stata. È così che ci si propone come alternativ­a politica?

«Abbiamo solo rivendicat­o

l’impegno ad ottenere una commission­e d’accesso alla luce di scandali e negligenze emersi dalle risultanze del nostro lavoro e dalle indagini della Dda, ovvero che la camorra avesse allungato i suoi tentacoli fin nel cuore della sanità campana. Scenari che abbiamo illustrato al presidente Conte un anno fa. Ad oggi il ministero non ha certamente

Molti predicano discontinu­i tà ma poi l’hanno sacrificat­a solo dopo aver saputo i risultati dei sondaggi

” Sull’ospedale Covid a Ponticelli, dopo oltre tre mesi, dei tre plessi modulari non è stato completato neppure il primo lotto

smentito la gravità di quelle circostanz­e, dunque il boomerang dove sarebbe?».

De Luca avrà commesso molti altri errori, ma all’Asl Napoli 1 è intervenut­o lui o chi altro per denunciare abusivi, camorra e persino chi piazzava formiche?

«Chi governa non dovrebbe aspettare un’inchiesta giudiziari­a o giornalist­ica o che una paziente ricoverata in un ambiente che dovrebbe essere asettico e sicuro sia sommersa da formiche per intervenir­e. Senza contare che al netto di pochi capri espiatori sostituiti, gli uomini che gestivano le funzioni strategich­e dell’Asl oggi sono tutti al loro posto e in alcuni casi sono stati addirittur­a promossi».

Ha anche attaccato sugli ospedali Covid, costati una barca di soldi. Lei, da presidente, cosa avrebbe fatto in piena emergenza?

«Esattament­e quanto ho proposto a De Luca senza ottenere riscontri. Di investire nell’adeguament­o di reparti e presidi già esistenti, che avrebbero migliorato la qualità dell’assistenza anche dopo l’emergenza. Mi è stato risposto che non c’era tempo. Ad oggi, dopo oltre tre mesi, dei tre plessi modulari non è stato completato neppure il primo lotto di lavori a Ponticelli, mentre gli altri due sono chiusi».

Come sarà questa campagna elettorale dopo l’emergenza Covid?

«Spero che ci potrà essere un confronto politico in cui i temi siano al centro della attenzione. E che fino alla data del voto i cittadini possano ritrovare la serenità per informarsi ed esprimere un voto consapevol­e. Senza lasciarsi condiziona­re dalla paura e dal fumo negli occhi di ordinanze spot da parte di un finto salvatore, che pure in questa emergenza ha sprecato risorse pubbliche, ma scegliendo chi sappia lavorare per il bene della Campania. Noi ci siamo».

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