Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Enzo d’Errico ABBIAMO QUESTA MOVIDA PERCHÉ MANCA LA POLITICA
Caro direttore, ho letto giudizi sui giovani poco lusinghieri ed in particolare su quelli che animano la movida. Eppure si sono comportati in modo esemplare durante la fase critica del Covid-19 e sono stati, per gli anziani, una risorsa insostituibile. Gli errori nella gestione della movida sono imputabili alle istituzioni locali: non si possono fermare i trasporti alle 23 e bisogna creare aree di parcheggio periferiche con navette. Contro il degrado e l’abbandono di bottiglie e lattine, si potrebbero installare raccoglitori che eroghino 10 o 20 centesimi a pezzo, come in Germania. É il momento di essere vicini ai giovani. Per me — che sono stata insegnante, dirigente scolastico, ma soprattutto educatrice — sono la parte
migliore del Paese.
Anna Mazzarella Napoli
HCara professoressa, a assolutamente ragione. Come spesso capita alle nostre latitudini, si confondono gli effetti con le cause. E questioni complesse vengono impoverite nella banalità grottesca delle dispute locali. Con l’occhio inchiodato all’ombelico, parliamo di movida (e dunque del moderno concetto di vivibilità urbana) come se fosse una vicenda che riguarda soltanto noi e non tutte le metropoli europee. Discutiamo di argomenti fondamentali - la convivenza tra giovani e anziani, tra valore della rendita immobiliare e industria del tempo libero, tra uso e sciupio dei centri storici - con la stessa superficialità che caratterizza le risse dei salotti televisivi. Risultato? Alla fine hanno ragione tutti: gli abitanti delle zone coinvolte e i ragazzi che vogliono trascorrere una serata di svago, chi chiede di chiudere tutto alle 23 e chi invece vorrebbe i locali aperti l’intera notte. Per armonizzare esigenze contrapposte, occorrerebbe un disegno generale della città, un progetto urbanistico destinato a tener conto della natura dei singoli quartieri e delle loro vocazioni produttive. Sarebbe necessaria una capacità di ascolto in grado di dar vita a una sintesi efficace delle diverse voci. Insomma, ci vorrebbe la politica, quella che bada agli interessi generali e lancia lo sguardo oltre l’orizzonte del presente, non l’amministrazione centrata esclusivamente sul vantaggio elettorale. Da troppo tempo, a Napoli, il domani è un convitato di pietra. E come lei sa bene, avendo fatto l’insegnante, il torto peggiore che puoi fare a un giovane è rubargli il futuro. Fingendo di occuparti delle sue serate.