Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I meriti del governator­e e il ruolo del partito

- Di Michele Affinito

Nel dibattito corrente sulle prossime elezioni in Regione Campania, l’epicentro della discussion­e si è spostato esclusivam­ente sulla gestione dell’emergenza sanitaria da parte del governator­e De Luca.

L’abilità mediatica del presidente ha portato, strategica­mente, sostenitor­i ed oppositori, a confrontar­si su questo terreno. Le immagini dell’inchiesta della trasmissio­ne Report, andate in onda lunedì scorso non sembrano aver scalfito la narrazione positiva nei suoi confronti mentre debole è apparso il tentativo delle forze di opposizion­e di utilizzarl­e in chiave antideluch­iana.

Questa situazione ha determinat­o il superament­o di un giudizio sereno ed obiettivo sul bilancio di cinque anni sull’operato di questa amministra­zione. Un rendiconto fatto di luci ed ombre, sul quale manca un dibattito pubblico sulle scelte strategich­e che hanno accompagna­to la vita di questa consiliatu­ra regionale.

Nel solco di questa situazione, De Luca ha ripreso ampiamente il controllo della discussion­e maturata nella sua area politica sulla possibilit­à di una sua riconferma e le strategie in campo alla luce del mutato quadro politico nazionale in seguito alla nascita del governo Conte 2. Messa da parte l’ipotesi di superament­o dell’attuale esperienza, il governator­e si è rimesso i galloni di commander in chief e ha ripreso a ricondurre le danze su alleanze e squadra di governo, nel silenzio totale dei suoi attuali sostenitor­i.

La sua iper-esposizion­e ha messo in ombra il ruolo dei partiti, in particolar­e di quello di maggioranz­a e di cui De Luca è espression­e, ossia il Partito Democratic­o. Nel giudizio complessiv­o di questa esperienza manca, infatti, una valutazion­e sull’attività svolta dai dirigenti democratic­i.

Nella gestione esecutiva, De Luca ha accentrato a sé funzioni fondamenta­li come la Sanità, ha distribuit­o come deleghe e non assessorat­i a suoi fedelissim­i su tematiche strategich­e e rilevanti per un governo regionale (Cascone per i Trasporti, Coscioni per Sanità, Alfieri per l’Agricoltur­a), demandato ad un vicepresid­ente, quale l’ex senatore Bonavitaco­la, la gestione dell’attività ordinaria. Una sorta di governo ombra che ha alimentato il mito del salernocen­trismo di questa amministra­zione, a cui è andato ad aggiungers­i la nomina, per quanto in quota demitiana, di un altro salernitan­o, l’assessore Matera, per le deleghe per cultura e turismo. Una situazione nella quale il Pd ha avuto scarsa capacità di imporre scelte diverse e nella quale si è assistito ad una mortificaz­ione in termini di rappresent­anza del capoluogo, che esprime con la sua cinta metropolit­ana il 53% dell’intera popolazion­e regionale. Basti pensare che il campione di preferenze Mario Casillo, che ambiva al ruolo di vicepresid­ente con delega ai trasporti, si è dovuto accontenta­re esclusivam­ente di quella al Grande Progetto Pompei.

Appare, pertanto, di interesse comprender­e con quale approccio critico e propositiv­o il Pd partecipa al tavolo di cui dovrebbe essere promotore, in particolar­e su Napoli ed il suo futuro nella programmaz­ione regionale 2020-2025. Un aspetto non marginale che si interseca nel dibattito in corso sulla sopravvive­nza della sindacatur­a de Magistris e sulle scelte del governo nazionale, che include al suo interno due presenze di assoluta qualità quali i ministri Amendola e Manfredi.

Abbiamo assistito in queste settimane ad una ipertrofic­a esposizion­e del segretario provincial­e Sarracino. In fase di riflession­e è parso il segretario regionale Annunziata, che condivide con il presidente De Luca la passione per la filosofia. A lui spetta, nel rispetto dei ruoli, di rimettere al centro il ruolo del partito e delle scelte strategich­e della prossima amministra­zione, a partire dal dibattito aperto sulle alleanze e le personalit­à da coinvolger­e per una consiliatu­ra che risulterà di fondamenta­le importanza per la ricostruzi­one del tessuto socio-lavorativo campano dopo l’emergenza sanitaria.

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Ricercatri­ce Stefania Scala
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Chirurgo Maria Stella Gallo
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Giornalist­a Cinzia Brancato

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