Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La carica dei 50 industriali: «Jannotti Pecci presidente»
Riunione al Britannique e pressing sul cavaliere: candidati all’Unione e sfida Tavassi
Palazzo Partanna e il Britannique, in linea d’aria, non sono lontani. Eppure, evidentemente, c’è grande lontananza tra i vertici dell’associazione di piazza dei Martiri e gli imprenditori — «una cinquantina» assicurano i partecipanti («pur se debitamente distanziati in varie aree dell’albergo») — che si sono ritrovati ieri mattina nel cinque stelle lusso del corso Vittorio Emanuele per convincere il padrone di casa, il cavaliere del lavoro Costanzo Jannotti Pecci, a sciogliere la riserva e candidarsi alla guida dell’Unione degli industriali di Napoli. Una convocazione spontanea, hanno chiarito molti partecipanti, arrivata con un rapido quanto frenetico giro di telefonate nella serata di venerdì. A innescare la miccia, è stato spiegato, la lettera inviata dagli uffici dell’associazione di palazzo Partanna in cui — come riferito ieri dal Corriere del Mezzogiorno — «si invitano tutti gli associati ad aderire all’indirizzo formulato», ossia l’indicazione di Francesco Tavassi, attuale vicepresidente dell’Unione quale nuovo timoniere dell’associazione stessa, «esprimendosi nel medesimo senso in sede di consultazione presso la Commissione di designazione (tra il 17 e il 22 giugno, ndr) e negli organi deliberanti». Messaggio protocollato, che reca in calce la scritta «firmato da: Vito Grassi (non più leader partenopeo dal momento in cui è entrato nella squadra di Carlo Bonomi al nazionale, ndr) e il Consiglio di presidenza». Poi specificato: «Maurizio Manfellotto (che ha preso le redini in quanto vicepresidente anziano, ndr), Giancarlo Schisano, Vincenzo Napolitano, Maurizio Capotorto, Francesco Tavassi (il candidato, ndr), Anna Del Sorbo e Vittorio Ciotola.
Una mossa che non dev’essere stata presa bene (un eufemismo) da parecchi industriali. Quelli che si sono incontrati ieri, appunto: ex leader e volti noti, cavalieri del lavoro di peso, presidenti di sezione dell’Unione, rappresentanti di grandi realtà produttive, imprenditori che non frequentano da tempo (anche se ancora scritti) i saloni di piazza dei Martiri e altri che hanno deciso di lasciare «se le cose non cambieranno». Ed è «soltanto l’inizio». Costanzo Jannotti Pecci, dal canto suo, non ha ancora ufficializzato la sua scelta. Ma chi lo conosce bene sa che ha Confindustria nel cuore: i primi passi associativi li ha mossi nel ‘77. Poi un crescendo di incarichi culminati con la guida di Federterme e Federturismo nazionali, Federindustria Campania e così via. Da sempre amico di Antonio D’Amato, con cui ha condiviso molto, ma fieramente convinto delle sue idee e della sua autonomia, potrebbe trovarsi di fronte un altro amico di lunga data: Francesco Tavassi. Una sfida nella sfida per l’Unione. E a proposito dell’associazione, visto che il direttore generale Michele Lignola, una vera istituzione, potrebbe chiudere nei prossimi mesi la sua esperienza a palazzo Partanna (anche se, magari, dopo l’eventuale pensionamento potrebbe continuare ad aiutare la struttura come consulente) per l’importante ruolo si starebbe pensando a un paio di figure: Ivano Russo, ex capo del centro studi di Napoli e oggi direttore di Confetra (sigla della logistica) o Paolo Minucci Bencivenga (ex presidente della Piccola industria partenopea).
Per il dopo Lignola si pensa (anche) a Ivano Russo