Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Un piatto pugliese: riso con patate e cozze»

Angelina (‘E Curti) riparte nel nuovo locale con giardino IN CUCINA SI RIPARTE

- a cura di Gimmo Cuomo @gimmocuomo

La ripartenza de «’E Curti» , storicissi­ma osteria di Sant’Anastasia, avvenuta sabato 30 maggio, ha coinciso con il trasloco nel nuovo e più ampio locale con giardino, proprio di fronte alla sede storica. Al timone Angelina Ceriello, 78 primavere che non ha alcuna voglia di nascondere: un mix di semplicità, dolcezza, virtù, non solo culinarie, e saggezza.

Signora, ci sono stati momenti belli in questa lunga notte di clausura?

«Siamo una bella famiglia. Abbiamo impiegato bene il tempo. Abbiamo preparato i dolci con i bambini, alla nipotina ho insegnato a fare il punto a croce. Anche il fratellino voleva imparare. Inutile ricordargl­i che lui era un maschietto. Abbiamo fatto quello che in genere non si fa. Certo è mancato il contatto con tante persone care. Comunque pare che il peggio sia passato. E ringrazio Iddio».

Ha continuato a cucinare come se il locale fosse stato aperto?

«Si, ho cucinato sempre, cercando di coinvolger­e ai fornelli anche i bambini. Li impegnavo a tagliare i pomodori o a preparare le pizzette».

I piatti in famiglia sono diversi da quelli proposti nell’osteria?

«La mano è la stessa. Ma a casa magari, ho preparato piatti meno robusti, come pasta e patate, pasta e cavolo, l’uovo in Purgatorio».

Con quale spirito sta affrontand­o la scommessa del nuovo locale?

«Con tanto entusiasmo perché amo ancora il mio lavoro. Ho iniziato mentre andavo a scuola, con gli zii, appunto i Curti. Avevano una vecchia millecento Fiat con un autista che li accompagna­va a fare la spesa anche ad Avellino e a Benevento. Un giorno uno degli zii mi disse che l’indomani saremmo andati in un posto particolar­e e mi raccomandò di vestirmi bene. Mi portò a mangiare in uno dei migliori ristoranti di Napoli, la Fenestella a Marechiaro. E da quel momento, ogni martedì ripetemmo, l’esperienza sia a Napoli che in Costiera. Io non sempre avevo voglia. Ma, mi spiegarono che quelle esperienze mi sarebbero servite per avere una visione più ampia della cucina. Anche con mio marito Carmine, che da poco non c’è più, andavamo spesso fuori: conoscere è sempre una bella esperienza». Com’è il nuovo locale?

«È bellissimo. Prima avevamo si e no 35 posti. Ora ne abbiamo una settantina nel giardino e cinquanta all’interno, in tempi normali».

Che riscontro c’è? «Positivo, a partire dalle persone del paese».

Qual è il piatto che meglio rappresent­a l’identità de e’ Curti?

«Il secchio della monnezza, cioè gli spaghetti di Natale con noci, nocciole, uva passa, pinoli, origano e pochissimo pomodoro».

Cosa pensa degli chef che stanno più in tv che in cucina?

«Non ne parliamo».

Se le proponesse­ro di partecipar­e a una trasmissio­ne televisiva?

«Veramente dietro insistenza dei miei figli sono già stata alla Prova del Cuoco e mi è bastato per capire che tante cose che appaiono vere sono in realtà finte».

Che piatto ha scelto per i nostri lettori?

«Riso con cozze e patate». Ma è un piatto di origine barese. Come è entrato nel suo repertorio?

«L’ho appreso in vacanza da una signora pugliese nostra vicina di casa ai Laghi di Sibari».

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