Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il documento pro-Tavassi Grassi: c’è il mio nome in calce ma non l’ho sottoscritto
L’ex presidente dell’Unione scrive agli associati
Necessaria premessa. Il giorno 5 giugno dagli uffici di palazzo Partanna è stata inviata una lunga comunicazione (ben quattro pagine di testo), ovviamente protocollata, diretta a tutte «le aziende associate e al Consiglio generale dell’Unione degli Industriali della provincia di Napoli».
Nello stesso documento, un «atto di indirizzo», c’era scritto che «il Consiglio di presidenza» dell’associazione stessa, «riunitosi il 3 giugno 2020, presieduto da Maurizio Manfellotto, prima che si desse corso alle procedure per l’elezione del nuovo presidente dell’associazione, ha ritenuto di confrontarsi con Vito Grassi, che, eletto il 28 aprile scorso presidente delle Rappresentanze Regionali e il 20 maggio vicepresidente di Confindustria, ha dovuto lasciare, per incompatibilità statutaria, la presidenza della territoriale». Oggetto dell’incontro era «l’individuazione delle modalità più appropriate da adottare in relazione agli obiettivi già posti, da porre e alle congiunture sopravvenute per portare a compimento il mandato quadriennale del presidente Vito Grassi». Un testo che si chiudeva: «...dobbiamo sapere adoperare la presenza di Vito Grassi nella presidenza di Confindustria. E per farlo, dobbiamo proseguire il cammino intrapreso due anni fa con la sua elezione all’Unione. Dobbiamo mantenere unita la squadra che presiedeva e perseguire insieme gli obiettivi che ci eravamo dati e che oggi, alla luce delle nuove circostanessere ze, diventano più forti, ma anche più ambiziosi». E dunque: «Al termine di una riflessione approfondita, in linea con quanto auspicato anche nel corso dell’ultimo Consiglio generale allargato, l’intero Consiglio di presidenza ha ritenuto di assumere il presente atto di indirizzo contenente una proposta capace di garantire la serena e proficua prosecuzione del lavoro sin qui svolto, con l’obiettivo di cogliere gli obiettivi che oggi debbono perseguiti, con determinazione e passione, dal nostro territorio e quindi da tutta l’Unione». E «la persona, facente parte del Consiglio di presidenza che gode, per tale compito, della massima stima e fiducia di tutti i suoi colleghi di Consiglio, è Francesco Tavassi, il quale, essi sono convinti, con le qualità da tutti riconosciutegli, sotto il profilo umano e professionale, saprà coordinare efficacemente il lavoro della nostra squadra napoletana, in piena armonia con il livello regionale e quello nazionale». Pertanto si invitavano «tutti gli Associati ad aderire all’indirizzo formulato esprimendosi nel medesimo senso in sede di consultazione presso la Commissione di designazione (che si riunirà tra il 17 e il 22 giugno in tre appuntamenti, ndr) e negli organi deliberanti». In calce al documento c’era scritto testualmente così: «Firmato da: Vito Grassi e il Consiglio di presidenza (Maurizio Manfellotto, Giancarlo Schisano, Vincenzo Napolitano, Maurizio Capotorto, Francesco Tavassi, Anna Del Sorbo e Vittorio Ciotola).
La novità. Ieri Vito Grassi ha inviato, personalmente, una lettera alle aziende associate e al Consiglio generale per «chiarire»: «Ho partecipato alla riunione del Consiglio di presidenza della scorsa settimana, con le modalità previste dallo Statuto, con l’unico obiettivo di mettere a disposizione l’esperienza maturata in questi due anni di mandato». E ancora: «Sarebbe stato inopportuno e contrario ai miei impegni di comportamento votare e sottoscrivere formalmente un documento di sintesi politica. E non l’ho fatto... anzi, utilizzare il riferimento al mio nome in calce al testo rappresenta una strumentalizzazione». Insomma: «Correttamente è stato riportato il mio nome perché ero presente e ho assistito, anche partecipandovi, al dibattito che si è sviluppato». Grassi, poi, si dice «certo che ogni associato maturerà il proprio libero convincimento rispetto o meno alla prospettiva legittimamente indicata dal Consiglio di presidenza». Quindi un appello: «Il confronto si deve svolgere nelle sedi giuste che sicuramente non sono i giornali».
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quantina di imprenditori che sollecitavano la discesa in campo, per la presidenza, di Costanzo Jannotti Pecci. Ieri sera, assicurano, «c’era molta più gente»: dalla pattuglia nutrita di cavalieri del lavoro a tanti volti noti dell’associazione. Girava anche una lettera — firmata dai più — nella quale si chiedono chiarimenti importanti al vertice di palazzo Partanna.