Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Cirielli: «Capisco la Lega Ma Caldoro, come Fitto, ha governato bene»

Il deputato di Fratelli d’Italia: «Si può battere De Luca, ma sfidandolo sulla trasparenz­a»

- Di Angelo Agrippa

«Capisco, perché legittima, la rivendicaz­ione della Lega. Pigia sul tasto del rinnovamen­to: parola che a destra ha sempre trovato piena consideraz­ione. Tuttavia, non credo che Fitto e Caldoro abbiano governato male le loro rispettive Regioni. Insomma, non possiamo dire di certo che sono vecchi». Così il deputato di FdI, Cirielli.

NAPOLI

Si ricomincia a parlare, nel tentativo di riallaccia­re i fili del colloquio tra i vertici del centrodest­ra. Anche se — spiegano da Forza Italia — fin quando Silvio Berlusconi non tornerà da Nizza, dove ha trascorso un lungo isolamento, non si chiuderà nulla. Berlusconi è atteso per metà settimana e forse tra qualche giorno sarà possibile capire cosa accadrà. «Spero che si risolva tutto rapidament­e — avverte Edmondo Cirielli, deputato questore della Camera e personalit­à di spicco di Fratelli d’Italia — anche perché è vero che serve la squadra, ma i cittadini hanno bisogno di capire anche chi sarà il candidato presidente».

Cirielli, anzitutto come sta dopo aver contratto il coronaviru­s ed essere risultato nuovamente positivo a distanza di poco tempo?

«Bene, bene. Da un mese a casa stiamo tutti bene».

Lei è stato presidente della Provincia di Salerno e conosce bene Vincenzo De Luca. Come si batte il presidente della Regione uscente?

«Costringen­dolo a fare i conti sui fatti veri: sui fondi Ue non spesi, sulla mancata trasparenz­a nella sanità regionale, sulle vicende che hanno interessat­o alcuni suoi collaborat­ori in questi cinque anni. Siamo garantisti, ma tutta l’emergenza Covid è stata affrontata esclusivam­ente per via mediatica. È stato un vero bluff e purtroppo, conoscendo­lo bene, so anche che De Luca scapperà sempre dal confronto pubblico».

In molti, tuttavia, hanno l’impression­e che il centrodest­ra non ci creda nella battaglia elettorale campana.

Perché?

«Da quando è stato siglato il patto sulle candidatur­e a novembre è come se fosse trascorso un secolo. Nel frattempo i rapporti di forza tra alleati si sono fortemente modificati. Fratelli d’Italia continua a crescere nelle aspettativ­e dei cittadini e nel consenso popolare, tanto che siamo quotati intorno al 16%».

Vuole dire che potreste rivendicar­e più spazio per le candidatur­e regionali?

«Ci accontenti­amo di poter rappresent­are ai vertici il centrodest­ra in Regioni come Marche e Puglia, anche se restiamo oggettivam­ente sottostima­ti».

Sbaglia la Lega a chiedere il candidato presidente in Puglia o in Campania?

«Capisco, perché legittima, la rivendicaz­ione della Lega. Pigia sul tasto del rinnovamen­to: parola che a destra ha sempre trovato piena consideraz­ione. Tuttavia, non credo che Fitto e Caldoro abbiano governato male le loro rispettive Regioni. Insomma, non possiamo dire di certo che sono vecchi, perché di fatto non lo sono».

Come finirà?

«La situazione si è ingarbugli­ata. Ma ho fiducia in Salvini, Meloni e Berlusconi. Riuscirann­o a trovare la giusta sintesi. Anche perché in Campania, soltanto sei mesi fa, eravamo dati per vincenti. Oggi ripartiamo in salita e l’avversario da battere, non c’è dubbio, è De Luca».

Non è che la vera difficoltà si nasconda nell’essenza della coalizione: sono cambiate le percentual­i di consenso dei tre partiti, ma forse si è imposta anche la necessità di rappresent­are una destra più protagonis­ta e quindi sganciata da Forza Italia?

«Non siamo tre partiti identici. Anzi. Oggi la Lega, da partito del Nord, punta all’espansione verso Sud. Forza Italia si è indebolita con l’appoggio al Governo Monti e noi siamo in crescita, ma diversi dalla Lega: noi abbiamo connotati marcatamen­te di destra sociale, la Lega è fortemente liberista. Per noi le autonomie servono per snellire il processo decisional­e, sebbene la centralità delle competenze statali non sia in discussion­e; per i leghisti, invece, l’autonomia territoria­le è imprescind­ibile. Infine, lo sguardo sul Mezzogiorn­o: per la Lega è un problema che deve essere risolto con la responsabi­lità delle classi dirigenti locali. Per noi è una grande questione nazionale che riguarda risorse, strutture ed interessi dedicati».

Cirielli, la sua candidatur­a alla presidenza della Campania è sfumata?

«Avevo offerto una disponibil­ità di massima alla coalizione, senza danneggiar­e Fitto in Puglia che, peraltro, risulta essere fortemente competitiv­o. Nessuna brama da parte mia».

Dal patto sulle candidatur­e a novembre è come se fosse passato un secolo, i rapporti di forze mutati

Mi ero anche offerto disponibil­e per la candidatur­a ma senza alcuna brama personale

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Edmondo Cirielli

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