Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Tavolino «libero», stop del Tar Il sindaco: la mia ordinanza è valida
Sospeso il provvedimento che autorizzava ad occupare ulteriori spazi all’aperto, si entra nel merito il 7 luglio
NAPOLI «Carenza di alcuna verifica effettiva, nelle molte e diversificate aree interessate, degli ineludibili profili di tutela di sicurezza pubblica, anche connessi al traffico veicolare, e dei beni storico artistici (che pure richiederebbe l’obbligata evocazione dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo pertinente, quest’ultima del tutto obnubilata)». Sono i motivi in base ai quali Maria Abbruzzese, il presidente della Sezione Quinta del Tar della Campania, ha sospeso l’ordinanza emessa dal sindaco de Magistris il 4 giugno la quale consente, in deroga al regolamento dehors e fino al 31 ottobre, il rilascio della concessione di suolo pubblico (ampliamento o nuova occupazione) per bar e locali, con esonero dal pagamento del canone e previa la sola valutazione effettuata dall’amministrazione sulla compatibilità dell’uso del suolo per le finalità di somministrazione con la sicurezza della circolazione.
L’ordinanza – che era stata giustificata dal primo cittadino con la necessità di creare nuovi spazi all’aperto da destinare ai fruitori di bar e locali al fine di evitare assembramenti al chiuso e, quindi, per limitare i rischi di contagio del Coronavirus – nei giorni scorsi aveva indotto i gestori a sistemare tavoli e sedie ben oltre gli spazi fino a quel momento utilizzati, perfino davanti al campanile della basilica di Santa Chiara. Il Tar Campania, però, accoglie il ricorso dell’associazione “Chiaia Viva e Vivibile”, patrocinata dall’avvocato Luca Tozzi, e dice basta. Non è l’ultima parola sulla faccenda – va precisato con chiarezza – perché quello del giudice Abbruzzese è un decreto cautelare di urgenza, emanato in attesa che la questione sia decisa nel merito dalla camera di consiglio in programma il 7 luglio. È, comunque, una decisione che intanto costringe i locali a rientrare nei ranghi, rimuovendo le strutture che avevano sistemato in strada nei giorni scorsi, e che è destinata a creare un certo imbarazzo nella giunta comunale. Il presidente della Quinta Sezione del tribunale amministrativo regionale, in accoglimento del ricorso di “Chiaia Viva e Vivibile”, ha sospeso – sempre in attesa della decisione nel merito del 7 luglio - anche un’altra ordinanza sindacale emessa da de Magistris in tema di movida, quella del 29 maggio la quale, in contrasto con quanto deciso dalla Regione Campania, prolungava gli orari di apertura notturna di bar e locali. Questa ordinanza, peraltro, era stata già impugnata da Palazzo Santa Lucia, che ne aveva ottenuto la sospensione fino alla decisione di merito da parte dei magistrati amministrativi sul presupposto «del potenziale aggravamento del rischio sanitario anche in ambito ultracomunale, atteso il presumibile afflusso dai
Comuni limitrofi, se non da tutta la provincia, nel territorio del Comune di Napoli». Commenta Caterina Rodinò, la presidente dell’associazione “Chiaia Viva e Vivibile”: «Sono stati giorni molto difficili per noi che abitiamo nella zona dei baretti. Dopo l’ordinanza abbiano assistito all’appropriazione di ogni spazio utile da parte dei locali. È diventato impossibile camminare, ad una certa ora, o rientrare a casa in auto ed in taxi. È accaduto quello che temevamo e per questo, prima di presentare ricorso al Tar, attraverso l’avvocato Luca Tozzi avevamo già inviato una diffida al Comune. Naturalmente è caduta nel vuoto e per questo siano stati costretti a rivolgerci ai giudici».
La ratio
L’atto era giustificato con la necessità di creare distanziamento
Il comitato
I giudici si sono mossi dietro il ricorso di Chiaia Viva e Vivibile Che ora canta vittoria