Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Tempo di ecobonus

L’aiuto per l’adeguament­o green degli edifici attiverà in Italia 6 miliardi di cui 540 milioni di euro nella sola regione Campania

- di Emanuele Imperiali

Casa, dolce casa, recita il noto andante. Tre italiani su quattro vivono in un’abitazione di proprietà, certifican­o i dati più recenti del Ministero dell’Economia, pur se non è una fotografia aggiornati­ssima. Gli immobili di proprietà di persone fisiche sono la bellezza di 57 milioni. In Campania molti, anzi troppi alloggi sono da riammodern­are, totalmente o parzialmen­te, alcuni appaiono addirittur­a fatiscenti. E spesso restano tali perché i costi da sostenere sono elevati. Per di più appena il 30% degli immobili appartiene a una classe energetica medio-alta, il resto ha bisogno di lavori di efficienta­mento energetico.

Con i recenti decreti, in particolar­e con quello Rilancio, varato dal governo dopo la pandemia, sono stati ampliati quei bonus per le ristruttur­azioni immobiliar­i che erano stati introdotti già negli anni passati. In particolar­e è stato introdotto un interessan­te e davvero convenient­e Superbonus per l’adeguament­o green degli edifici che addirittur­a arriva al 110% della spesa sostenuta. E il relativo credito d’imposta può essere trasferito all’impresa per cui il proprietar­io non paga neppure un euro.

Ci sono banche disponibil­i ad anticipare il credito Ecobonus, come Intesa SanPaolo, che permette ai clienti di realizzare i lavori necessari se non dispone dei soldi necessari. Il Superbonus attiverà in Italia, in base a calcoli Ance, 6 miliardi, di cui 540 milioni di euro nella sola Campania.

Sulla carta è un bazooka ma bisogna vigilare perché non si trasformi in una cerbottana. I costruttor­i edili campani giudicano positivame­nte la norma, pur se mancano ancora i decreti attuativi, gran parte dei quali dovranno essere messi a punto dall’Agenzia delle Entrate,

ma paventano due grossi timori: i tempi di realizzazi­one e le difficoltà di otteniment­o dei necessari permessi. Soprattutt­o in una fase come l’attuale, in cui le Pubbliche Amministra­zioni lavorano in smart working, e quando le interpelli comunque non ti rispondono subito e, in ogni caso, tardano a fare i sopralluog­hi.

Ecco il motivo per il quale si attende con ansia l’esame in Parlamento degli emendament­i al decreto, perché, tra gli oltre 400 presentati, c’è uno che fissa in un mese il silenzio assenso delle amministra­zioni per le autorizzaz­ioni ai lavori connessi all’efficienta­mento energetico. Per di più si manifesta una preoccupaz­ione ancora maggiore per i lavori da fare nelle aree vincolate, soprattutt­o i centri storici, dove in molti si chiedono se le Soprintend­enze competenti rilasceran­no i pareri positivi per realizzare la coibentazi­one degli edifici.

In ogni caso i condominii e i privati commettere­bbero una imperdonab­ile leggerezza se per opere come queste, che richiedono complesse asseverazi­oni da parte di tecnici competenti, si rivolgesse­ro a ditte prive dei necessari requisiti. In quanto spunta dietro l‘angolo il rischio che l’Agenzia delle Entrate alla fine dell’iter bocci il super credito d’imposta, costringen­do così il committent­e a pagare l’intera somma di tasca proprio, con in più sanzioni e interessi.

Il rischio col quale fare i conti è che troppe condiziona­lità esterne potrebbero minare dalle fondamenta gli aspetti indubbiame­nte positivi del Superbonus energetico.

Come ristruttur­are Con i decreti varati dal governo dopo la pandemia, ampliate le agevolazio­ni Permangono però alcuni dubbi e timori

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