Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il think tank dell’energia ecosostenibile
Tre napoletani, ex dipendenti Enel, a disposizione senza scopo di lucro per soluzioni alternative «Strumenti e tecnologie per tagliare i combustibili fossili ci sono, a volte manca la volontà politica»
Risplendono sotto i raggi ardenti e ne incamerano l’energia vitale. Se fino a qualche tempo fa i pannelli fotovoltaici comparivano timidamente solo in cima a rari condomini, sempre più spesso oggi li scorgiamo allineati sul tetto di edifici pubblici e industrie. Eppure questi strumenti risultano ancora ampiamente sottoutilizzati e tante sono le superfici nel meridione che potrebbero opportunamente “alimentarsi” alla fonte inesauribile del sole, come grandi strutture sportive (che beneficiano pure di ecobonus) o la rete autostradale.
Proprio per farci prendere coscienza di tali potenzialità non sfruttate, un gruppo di esperti napoletani dell’energia ha deciso di mettere a disposizione di istituzioni e imprese le competenze maturate in anni di impegno nel campo delle rinnovabili. Elio Gomez, Bruno Minichino e Aniello Gianni Morra, ex dipendenti Enel, compongono questa sorta di think tank dell’elettricità pulita, un piccolo ma attivissimo comitato di analisi nato con finalità divulgative e senza scopo di lucro. Dalle lomuta ro indagini scaturiscono proposte suggestive anche dal punto di vista architettonico, come lo stadio interamente ricoperto da fotocellule (l’avveniristica arena di Taiwan, per fare un esempio, le ha solo sul tetto), ma che un’attenta valutazione costi-benefici train ipotesi concrete.
«Sono temi sui quali ragioniamo da tempo – spiega Morra – e sappiamo, dati alla mano, che installando pannelli fotovoltaici lungo tutte le autostrade e strade ferrate, potremmo dare un buon taglio ai combustibili fossili d’importazione. Vogliamo che questi argomenti, necessariamente documentati, orientino almeno in Campania le scelte di chi gestisce progetti pubblici e privati».
Il gruppo di specialisti partenopei ha esaminato anche altre forme di energia pulita, come l’idrogeno che ha un enorme potere calorifico e non incide sull’effetto serra. «Non dobbiamo dimenticare che i nostri territori sono spesso attraversati da venti anche intensi – sottolinea Gomez – ma ancora non costruiamo impianti eolici adeguati. C’è tuttavia qualche buon esempio che può servire da modello, come l’impianto realizzato nei comuni irpini di Bisaccia e Andretta». Minichino ricorda altre soluzioni rinnovabili: «Per sfruttare il moto ondoso in mare stanno sperimentando piccoli moli galleggianti ai quali sono vincolati dei bussolotti contenenti dispositivi meccanici che sono veri e propri generatori elettrici. Un altro metodo utilizza le correnti submarine in cui sono immerse elicoidi che ruotano in funzione delle correnti più o meno intense».
In conclusione, strumenti e tecnologie ci sono manca la volontà politica. «Per questo – concludono i tre esperti – abbiamo deciso di mettere le nostre competenze al servizio di chi vuole davvero puntare sull’energia sostenibile».