Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Discussioni infinite, Splendori e miserie del
Dall’amministratore che non prende decisioni al proprietario diffidente tutti i tipi dell’assemblea in un ironico identikit
Se c’è stata una cosa di cui non abbiamo avuto per niente nostalgia durante il lockdown quella è la riunione di condominio. In quanto assembramento di persone, peraltro bellicose e malfidenti, è uscita fuori dal radar della nostra quotidianità e per questo abbiamo potuto vivere giorni più tranquilli. Ora però, con il lento ripristino della normalità, ci toccherà di nuovo affrontare quello che secondo alcuni è un vero e proprio sport estremo, alla pari di lanciarsi col paracadute e arrampicarsi su pareti scoscese. Secondo uno studio dell’Anammi, circa 2 milioni di italiani, in media ogni anno, fanno causa per questioni condominiali, e il più delle volte si vedono respingere il ricorso di fronte al giudice di pace. Al primo posto delle liti condominiali ci sono gli odori e i rumori provenienti da altri appartamenti. Il secondo motivo è l’automobile parcheggiata in uno spazio non autorizzato nel garage comune. Ma anche le voci dei bambini che giocano in cortile non sono molto tollerate e poi dà fastidio chi innaffia le piante e fa cadere l’acqua al piano di sotto o chi porta i cani in ascensore. Tante questioni, ma anche tanti tipi diversi caratterizzano il condominio, di grande città o piccolo centro. Eccone quindi una galleria non prima di aver ricordato, come diceva Marcello Marchesi, che homo condomini lupus.
L’amministratore pagato e pacato
Di solito a capo del condoAvete minio c’è un amministratore di professione, che percepisce regolare compenso e che prima di svolgere questo mestiere faceva il diplomatico. Risolve ogni questione con salomonica saggezza, consultando commi e paragrafi. E quando ha da prendere una decisione, rinvia sorridendo. Domani è un altro giorno.
Lo fa quasi per caso, perché abita in quello stabile da tanti anni, è pignolo e vuole essere utile alla causa comune. Naturalmente non percepisce un euro, anzi ci rimette in fotocopie e corrispondenza (si ostina a mandare le convocazioni con raccomandata con ricevuta di ritorno) . L’unica cosa che ci guadagna è la bile per le continue questioni che deve affrontare con i condomini. Che al contrario sono convinti che chissà da quale
interesse sia animato.
Sospettoso e ombroso, si presenta alle riunioni dopo aver letto attentamente ogni comunicazione con preventivi e consuntivi acclusi. Ha capelli brizzolati, occhiali sulla punta del naso aguzzo e andatura dinoccolata. Resta in silenzio per tutta l’assemblea e poi, nel momento in cui si stanno rompendo (anche) le righe, si illumina di immenso e assesta il colpo di grazia: «Scusate amministratore, mi spiegate perché io quest’anno devo pagare 78 centesimi in più e altri invece 27 centesimi in meno?» Ce l’ha con il notaio dell’ultimo piano sospettato di portare il cane a fare pipì vicino alla ruota posteriore della sua auto. nudo, ha disegnata sul volto un’espressione del tipo: “e io che ci faccio qui?” In realtà accompagna la moglie che prende la parola e non la lascia più. Puntualizza, sottolinea, evidenzia mentre lui, svagato e indifferente, si distrae giocherellando con il cellulare. Alla fine però a firmare il verbale è sempre lui.
L’amministratore gratuito e fortuito
Il condomino con la cosca sotto il naso
Il condomino che si fa la canna(fumaria)
Il condomino che non vuole pagare
Parte da una considerazione soggettiva: che le quote mensili sono una cortesia che si fa all’amministratore. Pertanto non è necessario pagarle. A maggior ragione se tutto va male, niente funziona e io ho il diabete alto. Di solito trattasi di virago ultrasettantenne che l’ultima volta che ha pagato lavori di ristrutturazione è stato in occasione della Breccia di Porta Pia.