Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Coppa Italia, Insigne alla prima finale da capitano Il San Paolo riapre, Maradona scrive a Mertens
Coppa Italia contro l’ex maestro (poi definito traditore) Sarri Hamsik dalla Cina: qui sarà notte, mi sveglierò con il trofeo
Il 3 maggio 2014 Insigne non aveva ancora compiuto 23 anni e portava a casa il suo primo trofeo. In un clima sconvolto dal dolore per la vicenda di Ciro Esposito Lorenzo riuscì ad essere protagonista con la doppietta alla Fiorentina. La Coppa Italia è nel destino di Insigne che domani affronterà la sua prima finale da capitano.
Sei anni fa la fascia era sul braccio di Hamsik che ha spronato i suoi ex compagni in un’intervista a Radio Marte: «Spero di svegliarmi e trovare il Napoli vincitore. In Cina la partita va in onda alle 3 del mattino ma io poche ore dopo mi alleno, impossibile che io la guardi ma con la testa e il cuore tiferò per il Napoli. Spero che i ragazzi possano di nuovo alzare la coppa nella Capitale. Un grandissimo in bocca al lupo e forza Napoli sempre!». Gattuso nello spogliatoio dal fischio finale della semifinale contro l’Inter sta dicendo ai suoi ragazzi che bisogna vincere, farlo per la città e la tifoseria che non potrà essere a Roma e dovrà accontentarsi dell’empatia virtuale davanti alla tv. Insigne è l’unico napoletano, cresciuto nel vivaio, ha il senso d’appartenenza e sa bene cosa significa una finale contro la Juventus di Sarri.
Del resto fu proprio Lorenzo a definire un tradimento la scelta dell’ex allenatore azzurro, il condottiero della cavalcata finita ad un passo dallo scudetto nel 2018. Dal primo giorno d’allenamento, Gattuso ha individuato in Lorenzo un punto di riferimento nella gestione del gruppo e ha cucito il progetto tattico del Napoli sulla regia offensiva di Lorenzo, un giocatore associativo che ha il suo marchio di fabbrica nella capacità d’ispirare il gioco sulla catena di sinistra con intuizioni tecniche d’alto profilo. È un trequartista moderno, un numero 10 che ha trovato nella zona sinistra del 4-3-3 la sua dimensione ideale, con Gattuso ha acquisito la centralità che proprio Sarri gli aveva dato. Lorenzo nel triennio dell’al-lenatore toscano ha conqui-stato la stabilità in Nazionale, il rinnovo del contratto con il Napoli e la continuità di rendimento come dimostra il record personale di 20 gol realizzati nella stagione 2016-17. Un anno fa, quando il rapporto con Ancelotti non decollava, Insigne ha guardato proprio al futuro di Sarri, c’era la tentazione di seguirlo quando veniva accostato alla Roma o al Milan ma poi il passaggio alla Juventus ha spento l’idea sul nascere.
Con Gattuso in panchina Insigne ha realizzato cinque gol e due assist in quindici partite. La rete più emozionante è arrivata proprio contro la Juventus di Sarri che cercò di ridimensionare la sconfitta con una dichiarazione che fece tanto discutere: «Se dovevo perdere meglio farlo a Napoli, contro ragazzi a cui sono legato». Insigne è l’uomo della missione Coppa Italia, si è rivelato decisivo nelle tre gare disputate in questa competizione, a San Siro contro l’Inter andò in panchina per un problema muscolare. Contro il Perugia la doppietta su rigore, poi la perla decisiva contro la Lazio e lo splendido assist per il gol di Mertens che ha mandato il Napoli in finale. Ieri si è tenuto l’ultimo allenamento a Castel Volturno prima della finale (oggi rifinitura al San Paolo), gli azzurri si sono sottoposti al dodicesimo tampone. Meret è pronto a sostituire lo squalificato Ospina, rientreranno Mario Rui e Fabian Ruiz, Manolas è rientrato dopo l’infortunio ma partirà dalla panchina.