Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Napoli è la capitale del carovita
Mentre in Italia i prezzi scendono, nel capoluogo partenopeo e in Campania è crescita record
Napoli e la Campania sono le capitali dell’inflazione, in controtendenza rispetto al resto d’Italia: un Paese attraversato dalla deflazione (con il Sud e le Isole la cui variazione verso l’alto è comunque lieve).
Napoli e la Campania sono le capitali dell’inflazione in controtendenza rispetto al resto d’Italia: un Paese attraversato dalla deflazione
(con il Sud e le Isole la cui variazione verso l’alto è comunque lieve). Tra le grandi città, nei capoluoghi di regione e nelle province autonome, l’Istat rileva il caro-prezzi più elevato proprio a Napoli: più 0.7 per cento rispetto al maggio dello scorso anno (più 0.2 per cento, invece, la crescita rispetto ad aprile 2020). Gli aumenti maggiormente significativi riguardano i prodotti alimentari (+3.3), le bevande alcoliche (3.4), l’abbigliamento e le calzature (3.7%). Aosta, tornando ai dati nazionali, registra la flessione più ampia, pari a -1,2 per cento, preceduta da Reggio Emilia (-1,1) e Verona (-0,8%).
«La deflazione è solo un effetto ottico dovuto al lockdown. Ovvio che i prezzi, mentre i negozi erano chiusi, non potevano salire. Il calo dei carburanti, poi, ha fatto il resto. Si conferma, però, la stangata per i prezzi dei beni dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, gli unici acquisti che gli italiani potevano effettuare liberamente anche prima della riapertura generale» spiega Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Il Codacons rileva come «la Campania si pone in testa alla classifica delle regioni dove i prezzi sono cresciuti di più nell’ultimo mese. La famiglia “tipo” della Campania spende più 120 euro su base annua a causa dei rincari dei listini, contro un risparmio medio in Italia di 61 euro all’anno a nucleo; situazione che raggiunge il suo apice a Napoli, dove i prezzi in pieno lockdown crescono dello 0,7 per cento rispetto al 2019».