Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Emicrania, il Wolff Award agli studiosi della Vanvitelli

Il prestigios­o riconoscim­ento internazio­nale

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Uno studio dell’Università Vanvitelli rivela i meccanismi che sottendono il fenomeno della sensibilit­à cutanea nei pazienti emicranici (allodinia) e si aggiudica il “Wolff Award”, il più importante premio internazio­nale nella ricerca nell’ambito delle cefalee, conferito per la prima volta ad un gruppo italiano dalla Società Americana delle Cefalee. Un riconoscim­ento ambitissim­o nel campo degli studi sulle cefalee, che si aggiunge al premio europeo Greppi conferito nel 2019 allo stesso gruppo di ricerca diretto da Gioacchino Tedeschi e formato da Antonio Russo, Alessandro Tessitore e Marcello Silvestro.

Lo studio del gruppo di neurologi del Centro Cefalee della I Clinica Neurologic­a dell’Università Vanvitelli e del Centro Alti Studi di Risonanza Magnetica diretta dal professore Gioacchino Tedeschi, dimostra che questo sintomo può essere previsto anche con tre anni di anticipo. Infatti, prima ancora che si sviluppi l’allodinia, i pazienti emicranici mostrano nel loro cervello, se studiato con la risonanza magnetica funzionale, delle anomalie in alcuni circuiti cerebrali. «L’allodinia – spiega Tedeschi, professore ordinario della Vanvitelli e presidente della Società Italiana di Neurologia – è quella sensazione di dolore che porta il paziente, nel corso dell’attacco di emicrania, ad avvertire dolore anche per stimoli innocui, come pettinarsi, indossare gli occhiali, gli orecchini o la cravatta, toccarsi il volto o tenere i capelli legati».

«Nello specifico – chiarisce Antonio Russo, professore associato e responsabi­le del Centro Cefalee – ciò avviene perché la corteccia del cervello emicranico interpreta “in maniera scorretta” gli stimoli non dolorosi applicati alla cute durante un attacco emicranico».

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Invalidant­e Lo studio dell’emicrania

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