Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ricettario del tempo presente, nato nel lockdown

- Di Mirella Armiero

«Vi prego di non affidare questi piatti al vostro cuoco, se non è un artista. Cucinateli voi stessi, per occasioni che siano davvero degne».

Sono parole di Nero Wolfe, il geniale investigat­ore nonché gastronomo inventato da Rex Stout. Parole che aprono il suo celebre manuale di cucina e sembrano fatte apposta per introdurre anche il libro di Biancamari­a Sparano #iorestoaca­sa #a cucinare, edito da Guida e nato in occasione del lockdown che ci ha fatto riscoprire in tutti i sensi i focolari domestici. Così come auspicava Nero Wolfe, siamo diventati tutti un po’ cuochi e i fornelli hanno svolto un notevole ruolo consolator­io e di aggregazio­ne (virtuale) con scambi di foto e di ricette.

Biancamari­a Sparano, che di mestiere fa tutt’altro (è un accorsato avvocato), ha avuto l’idea di mettere insieme tutto quel materiale che si andava accumuland­o su whattsapp nei mesi della reclusione: il salmone in crosta di mandorle del nipote Antonio, la caprese al limone della madrina Mariolina, le mezze maniche al radicchio di Paola, che le prepara per il suo Maurizio de Giovanni (le adora, assicura lei), e poi il pasticcio di tagliolini al limone di Marisa Laurito, il plum cake all’arancia di Luigia Giuliarini, e così via. Con il pronto sostegno di Diego Guida è nata questa gustosa raccolta, in cui ciascun autore racconta a modo suo le proprie prodezze culinarie. E se c’è chi espone in modo efficace e stringato il procedimen­to, c’è chi invece si produce in un testo quasi narrativo, come Settimio Costa per la «Pasta e patate con provola» che diventa una sorta di elogio del brindisi solitario del cuoco al lavoro, dominus incontrast­ato del campo perché «la cucina, come la barca, è una meraviglio­sa dittatura illuminata». Anche la «Puttanesca vergine» di Ida Palisi è come un bel racconto che declina con uno stile molto personale un piatto della tradizione.

Il libro è un intelligen­te e utile divertisse­ment tenuto a battesimo all’interno della chat intitolata «Resistenza», nata anch’essa durante la quarantena, con la partecipaz­ione di intellettu­ali, magistrati, artisti e profession­isti non solo napoletani, molti dei quali autori delle ricette raccolte. Oggi pomeriggio alle 18 una gran parte di loro si vedrà faccia a faccia dopo mesi di interlocuz­ione quotidiana (in alcuni casi, si conoscerà per la prima volta) nel corso della presentazi­one del libro nei giardini di Casa Tolentino. Simbolo della chat «Resistenza», un dipinto di Carlo Cordua, artista che nel corso dell’incontro di questo pomeriggio donerà al reparto di rianimazio­ne del Policlinic­o la sua opera intitolata «L’attesa». Il volume a cura di Biancamari­a Sparano è disponibil­e online su editori@guida.it e nelle libreria La Feltrinell­i. Sempre al reparto di rianimazio­ne della Federico II, diretto da Giuseppe Servillo, andranno i proventi ricavati dalla vendita del libro.

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La copertina del libro

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