Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giocatori come eroi Esaltati dalle difficoltà
Abbiamo vinto. Si,tutti,tifosi e non, napoletani, campani, meridionali. Mai come in questa prestigiosissima e meritatissima vittoria c’è stata identificazione di squadra e città, ancora più azzurra del solito.
Questa identificazione cromatica nasce nel 1926, con la fusione di 2 società i cui colori sociali avevano la predominanza azzurra,ma per motivi diversi. Una per omaggiare i Borboni, l’altra che riproduceva i colori del cielo e del mare della nostra città. Mai scelta fu più azzeccata.
Da quasi un secolo,viviamo questo senso di appartenenza, questa divisa sociale indossata tutti i giorni,inevitabilmente, basta guardare il panorama di Napoli. Anche il Vesuvio e la Costiera sono azzurri. Ma questa volta è stato più intenso. Veniamo
da un periodo tragico a livello planetario, in molti, specialmente al nord, era radicata l’idea che la pandemia ci avrebbe sterminati, che non avevamo strutture, che siamo incapaci di rispettare le regole
Dimenticando che noi indossiamo la divisa sociale azzurra, che non è solo una maglia. È il costume di Superman, nei momenti di difficoltà la città si trasforma,diventiamo supereroi. Ed è successo anche in finale, contro la Juve, potentissima, ricchissima, simbolo comunque di potere. L’inizio è stato inquietante, ci hanno invaso la meta-campo, sembravano attaccarci in 22.
Hanno sbagliato. Mai cercare di sottomettere Napoli, la storia lo insegna. Ci ribelliamo, e vinciamo. È sceso in campo Gattuso, che ha preso le sembianze di ogni calciatore. Ha dato la grinta a Meret, nella partita più importante della sua vita, poteva essergli fatale, veniva da un periodo non facile. Ed è stato un trionfo. Ha dato grinta a Koulibaly, sontuoso. A Maksimovic, mai visto così forte. A Lorenzo Insigne, perfetto, lucido, concreto. Più ci attaccavano più reagivamo colpo su colpo, pensavano di annientarci, ma davanti alla strenua resistenza, hanno perso le certezze, hanno cominciato ad avere paura, increduli.
Le loro stars si sono sciolte come neve al sole, solo Buffon e due pali hanno evitato una sconfitta nei novanta minuti. Ma vincere ai rigori è ancora più bello, dopo averlo meritato nei tempi regolamentari. È un segno di forza, ma anche di giustizia. Sarebbe stata una beffa troppo forte. Il mio amico Carlo Alvino dice che c’è una giustizia divina. Probabilmente ha ragione. Almeno ieri si è vista. Fa ben sperare. Ma è stata una vittoria costruita con grande professionalità da tutta la squadra,nessuno
escluso. A cominciare dai due condottieri, Aurelio e Gennaro. In fondo simili, senza paure, quasi sfrontati, ironici e taglienti, non allineati, praticamente napoletani veri. Ma voglio fare i complimenti a tutto lo staff tecnico, ed a quello sanitario. Hanno lavorato in silenzio e bene. Si parla di cura Gattuso, ma la cura presuppone ci sia un ammalato. E il Napoli non lo è, da nessun punto di vista.
Più che una terapia, credo si sia fatto un percorso in un centro benessere, per recuperare piacevolmente le energie sopite. Con effetti su tutta la città, e siamo scesi a festeggiare, ho percorso le strade della mia città in moto, con gli occhi velati da lacrime di gioia, vedendo la felicità sui volti di tutti. E mi sono sentito ancora più partenopeo, e tifoso. Ha vinto Napoli, abbiamo vinto tutti.