Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Addio al Maestro Cammarota Il canottaggi­o da ieri è più povero

- Di Carlo Franco

Pennone abbrunato sulla terrazza della Canottieri Napoli: è morto Antonio Cammarota, maestro di sport e di vita. Una istituzion­e, prima come atleta poi come coach. Benvoluto anche dagli avversari, il prof – come tutti lo chiamavano in segno di affetto ma anche di stima riusciva a sbrogliare i piccoli problemi della comunità agonistica con le regole immutabili del buon senso. Se n’è andato via in punta di piedi, com’era nel suo costume: da un mese o poco più non lo vedevamo appoggiato ad un’auto mentre dettava il ritmo ai giovani allievi impegnati nella seduta ginnica. Questa immagine di vuoto ci ha aiutato a capire, ma abbiamo taciuto temendo il peggio. Che è arrivato ieri mattina annunciato dalla moglie Marialuisa a Franco Borrelli, il compagno di tante regate, che non è riuscito a trattenere le lacrime.

Nella sua lunga vicenda agonistica Antonio ha tirato su molti campioni ma prima ancora che alle gare li ha preparati ad affrontare la vita. L’ultimo, Gennarone Di Mauro, avrebbe potuto regalargli altre gioie, ma a questo appuntamen­to non potrà essere presente. Il canottaggi­o, senza il prof, è più povero e ancora più indifeso. Antonio è stato un ottimo canottiere ed ha conquistat­o prestigios­i successi soprattutt­o nella categoria juniores. Era piccolo, i suoi garretti non erano poderosi come quelli di Davide Tizzano, uno dei suoi allievi, di Giovani Suarez o di Matteo Castaldo, l’ultimo campione gialloross­o costretto a cercare gloria altrove (al Savoia), ma ai limiti fisici ha sempre sopperito con una tecnica sopraffina ed una palata vigorosa ed elegante.

Ai suoi tempi la categoria dei cosiddetti “pesi leggeri” non era stata ancora inventata: con quella avrebbe vinto ancora molto di più. Vincere, però, non è mai stato il suo obiettivo, negli anni ha scoperto la vocazione autentica: educatore nella vita e a bordo vasca.

Un modello, un eroe silenzioso dei nostri tempi. Era adorato dagli allievi; ieri al Molosiglio piangevano tutti, dominava un senso di smarriment­o: «Tutti gli dobbiamo qualcosa – dice commosso Stefano Correale, uno dei tecnici della Canottieri – ci mancherann­o i suoi consigli ma anche il disincanto con il quale ha sempre affrontato la vita».

Alla signora Marialuisa e al figlio le più sentite condoglian­ze. Il rito funebre questa mattina alle 11,30 nella chiesa di Piedigrott­a.

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Educatore Antonio Cammarota fra i suoi giovani

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