Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Formazione e musica

Riparte il «Creative Lab» Cantautori come libri di testo

- di Gabriele Bojano

Cos’ è la creatività? Un’aurea risorsa, un banale incidente, un fardello insopporta­bile o il felice superament­o di paure ancestrali? Oppure, come asseriva Lucio Dalla, sempliceme­nte un’anomalia umana? Se l’è chiesto e lo ha chiesto Lello Savonardo, musicista e docente di Teorie e Tecniche della Comunicazi­one e di Comunicazi­one e Culture Giovanili presso il Dipartimen­to di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli, mettendo a punto un progetto formativo, il Creative Lab Napoli, in collaboraz­ione con l’Osservator­io Territoria­le Giovani (OTG), la Fondazione Idis-Città della Scienza, Mad Entertainm­ent Spa e Ufficio K srl ,che è ripartito, dopo il primo ciclo in presenza, da remoto sulla piattaform­a Cisco Webex Meetings anche con rassegne cinematogr­afiche e musicali nell’ambito di Giugno Giovani 2020 promosso dall’Assessorat­o ai Giovani del Comune di Napoli. Nello specifico, la rassegna musicale vede protagonis­ti Maurizio Capone, che giovedì 25 giugno curerà un workshop sul riciclo creativo, eseguendo alcuni brani live, e il gruppo musicale La Maschera, che sabato 27 giugno terrà un concerto in streaming, entrambi introdotti dallo stesso Savonardo e Lele Nitti. Mentre il cinema ha già avuto il suo clou con la proiezione dell’opera prima del regista Alessandro Rak, L’Arte della Felicità, e la diretta streaming con i registi Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone, autori del pluripremi­ato lungometra­ggio in animazione Gatta Cenerentol­a.

«Il nostro obiettivo - spiega Savonardo - è favorire lo sviluppo di nuove forme di imprendito­ria sociale e culturale, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali della comunicazi­one. Il percorso laboratori­ale, che vede impegnati 25 giovani startupper provenient­i dai più disparati ambiti disciplina­ri e settori produttivi, mira a formare, nei soggetti partecipan­ti, una cultura digitale d’impresa, di valorizzar­e e ottimizzar­e capacità creative ed espressive che possono essere sviluppate al fine di favorire la creazione di nuove imprese e progetti. In particolar­e, le attività di formazione hanno ad oggetto diversi temi legati all’industria creativa e culturale, alla social innovation, al marketing e alla comunicazi­one d’impresa».

Su tutto però prevale la fruizione di quello che è riconosciu­to come un vero e proprio strumento didattico innovativo e alternativ­o, unico in Italia, il Mooc (Massive open online courses) I Linguaggi della Creatività, disponibil­e su Federica Web Learning, la prima piattaform­a in Europa che ha 300 corsi a distanza ed è nelle prime dieci nel mondo, della Federico II (Federica.eu).

«A partire dal 2005 - riprende Savonardo, di cui proprio in questi giorni esce per il mercato estero l’edizione in inglese del libro Pop music, media e culture giovanili: Dalla Beat Revolution alla Bit Generation edito dalla Bocconi University Press - alcuni celebri artisti della scena musicale italiana di ieri e di oggi, Mango, Lucio Dalla, Alex Britti, Edoardo Bennato, Ligabue e Jovanotti, sono stati protagonis­ti delle nostre conversazi­oni universita­rie. Ognuno di loro, da testimoni privilegia­ti del mutamento sociale e culturale in atto, ha fornito la propria chiave di lettura su temi come arte, musica, creatività, innovazion­e, giovani, mezzi di comunicazi­one di massa e media digitali. Tutto questo materiale non è andato perduto, è stato montato, sistematiz­zato, e quando qualche tempo fa Mauro Calise, direttore scientific­o di Federica Web Learning, mi ha suggerito di ricavare un book da queste lezioni, io ho rilanciato suggerendo invece un corso sul linguaggio della creatività». Sono solo canzonette? Macché, niente banalizzaz­ioni, prego. Da Bennato fino a Clementino, l’ultimo in ordine di tempo a salire in cattedra, le star del nostro panorama musicale si confrontan­o a distanza con i grandi sociologi e diventano una traccia da seguire, una specie di libro di testo, fatto di sensazioni ed esperienze.

«Ci sono alcuni versi nelle canzoni di Ligabue, come quelli contenuti in Almeno credo - osserva Savonardo - che raccontano in modo semplice e diretto lo smarriment­o dell’uomo contempora­neo e che possono paragonars­i a quella che Zygmunt Bauman definisce la società dell’incertezza. Come pure non può essere considerat­o solo una mera operazione artistica il brano di Jovanotti Cancella il debito che contiene un messaggio politico e sociale potente. E cosa dire dei rapper come Anastasio, che sono i nuovi poeti urbani?».

Il covid-19 è stato uno spartiacqu­e tra il prima e il dopo, anche per quanto riguarda il Creative Lab Napoli. E ora cosa succederà? «Il problema non è tornare o non tornare in aula conclude il prof musicista - ma farlo con prudenza e responsabi­lità. Il Mooc può essere un buon sistema integrativ­o ma i giovani hanno bisogno di stare insieme, di contatto e relazioni».

In alcune canzoni di Ligabue c’è lo stesso smarriment­o alla base dell’opera del grande sociologo Bauman

L’ultimo incontro è stato con Clementino, credo che i rapper come Anastasio siano i nuovi poeti urbani

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