Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sepe chiama i fedeli al Plebiscito
Fase 3 Mentre De Luca e Salvini litigano ancora dopo la festa post-Coppa Italia e de Magistris (ri)scrive al governatore
«Messa di ringraziamento il primo luglio. La città ha saputo lottare e ritrovare speranza»
Non c’è nulla di più rischioso che affrontare una competizione senza avversari. Vincenzo De Luca ieri ha rotto gli argini, travolgendo gli stati generali del Governo; i responsabili dei dicasteri della Giustizia e dell’Istruzione, Bonafede e Azzolina; i dirigenti ministeriali «vecchi marpioni che prendono per i fondelli ministri improbabili» e soprattutto il leader della Lega Matteo Salvini, dandogli del somaro tre volte per aver censurato gli assembramenti dei tifosi del Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia. E mentre in politica si litiga, il cardinale Sepe stupisce ancora e chiama a raccolta tutti i fedeli di Napoli in piazza del Plebiscito il primo luglio alle 19 per una «liturgia di ringraziamento, nel ricordo doveroso di tante vittime, e di auspicio affinché il tremendo morbo virale non abbia più a colpire il nostro territorio e il mondo intero». Grazie ai medici, ai volontari, e ai rappresentanti delle istituzioni.
Non c’è nulla di più rischioso che affrontare una competizione senza avversari. Vincenzo De Luca ieri ha rotto gli argini, travolgendo gli stati generali del Governo; i responsabili dei dicasteri della Giustizia e dell’Istruzione, Bonafede e Azzolina; i dirigenti ministeriali «vecchi marpioni che prendono per i fondelli ministri improbabili» e soprattutto il leader della Lega Matteo Salvini, dandogli del somaro tre volte per aver censurato gli assembramenti dei tifosi del Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia.
Tutto questo mentre dall’opposizione, con il senatore salernitano di FdI, Antonio Iannone, ed il capo della minoranza in consiglio regionale, Stefano Caldoro, si è tornati a ripetere che il cuore calcistico del presidente della Campania batterebbe per la Juventus. «De Luca fa il ruffiano con i tifosi del Napoli a scopo elettorale — ha denunciato Iannone —. Quando è a Salerno è notoriamente juventino: da sindaco di Salerno era notoriamente anti napoletano». Vero? «In verità — hanno prontamente spiegato dallo staff di Palazzo Santa Lucia — è una voce che circola da qualche decennio, da quando De Luca disse che apprezzava il modulo tattico di Trapattoni alla Juve, il calcio all’italiana. Così come ora è tornato a definire il “catenaccio” la Bocconi del calcio. Tutto qui».
Ma andiamo per ordine. Tra un sospiro di finta indignazione, una smorfia per sottolineare irritazione e le pause del discorso usate abilmente come punteggiatura teatrale, ecco che De Luca ha avuto gioco facile su Salvini, peraltro su un tema come quello calcistico che, si sa, va maneggiato con estrema attenzione in campagna elettorale. «Dedichiamo un pensiero ad un somaro politico che ha ripreso a ragliare — ha esordito —. Mi riferisco ad alcuni commenti che sono stati fatti dopo la festa dei tifosi del Napoli. Commenti che hanno portato alla luce una propensione sotterranea allo sciacallaggio, perfino al razzismo nei confronti di Napoli, della Campania e del Sud. Quello che è successo — ha proseguito — sarebbe avvenuto dovunque per una vittoria sportiva, ma siccome è capitato a Napoli, il cafone ha ritenuto di fare dei commenti. Io credo che quel cafone politico abbia dimostrato di essere tre volte somaro. Perché se uno organizza per il 2 giugno una manifestazione a Roma, insieme con la vispa Teresa , violando tutte le norme anti assembramento, ed è un segretario di partito, vuole dire che ha la faccia come il suo fondoschiena, peraltro usurato». Quindi ha insistito: «Altro motivo di ciucciaria, come direbbe Eduardo: si fa un aset sembramento notturno e l’equino chiede conto al presidente della Regione. È il caso di ricordargli che la responsabilità dell’ordine pubblico è del ministero dell’Interno e del prefetto, cosa c’entra il presidente della Regione?». Poi, una virata improvvisa sulla vita privata del leader della Lega e sulla sua ex Elisa Isoardi la quale, qualche mese fa, fece un breve video pro De Luca: «Aveva una donna stupenda al suo fianco. Eppure perdeva il tempo a mandare twesu broccoletti e radicchio». Alla fine, un riferimento all’allarme Covid: «Avremmo potuto attaccare altre realtà del Paese, ma non lo abbiamo fatto perché a differenza di quel neanderthal siamo civili». Salvini, ad affaritaliani.it, ha replicato: «È un poveretto. Invece di insultare me o di mancare di rispetto ai morti per virus, il signor De Luca riapra i tanti ospedali che ha chiuso. L’unico razzismo — ha sostenuto — è il suo per i campani, che a decine di migliaia ogni
anno sono costretti ad andare a farsi curare in altre regioni, 14 mila solo in Lombardia nel 2019. Io, da milanista che non vince da anni, sono felice per il Napoli, per i suoi tifosi e soprattutto per Rino Gattuso». Duro anche il rimprovero di Caldoro che ha allegato un video di qualche anno fa nel quale il presidente della giunta partecipa ad una festa della Salernitana con tanto di cori anti partenopei: «Vincenzo De Luca, noto tifoso della Juve, non offenda Salvini, Meloni ed il centrodestra e se proprio non riesce a parlare di cose serie, chieda lui scusa per avere insultato i napoletani in piazza».
Ma il monologo tv è tutta una esibizione sarcastica contro i bersagli preferiti del governatore: «Gli stati generali sembrano la sessione conclusiva del Concilio di Nicea, si dibatte sulla transustanziazione tra Padre e Figlio. Siamo un paese ricco di grandi statisti e povero di buoni amministratori: non si è ancora capito che una democrazia è forte non per la quantità di parole o promesse che produce, ma per la quantità di decisioni e di risultati che offre. Per il Sud basterebbe far ripatire subito i concorsi nella PA, varare agevolazioni fiscali per chi investe in Zes, istituire la detassazione degli utili di impresa e portare qui il modello olandese. Infine, obbligo per le imprese pubbliche di investire il 35% delle risorse nel Mezzogiorno».