Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Imprenditori riaprite, fatelo per i vostri lavoratori»
Accorata lettera del vescovo di Ischia Lagnese. Sono 10 mila gli stagionali, la maggior parte ora inattivi
NAPOLI «Carissimo, ti auguro di essere un imprenditore così: un imprenditore che desideri praticare una economia diversa, quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Sì, diamoci da fare per una nuova economia. Per questa opera, Dio ci rassicura: “la farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà”».
E’ tutto nella conclusione il senso ed il succo di una lettera aperta che il vescovo di Ischia, monsignor Pietro Lagnese, ha indirizzato agli imprenditori dell’isola d’Ischia.
Una realtà che vanta oltre diecimila lavoratori stagionali, molti dei quali saranno impiegati per tre mesi invece degli abituali sette, e sono fortunati rispetto a coloro che resteranno a casa, perché le aziende presso le quali erano occupati non riapriranno, temendo assenza di profitto o perdite per una stagione che rischia di essere decisamente corta. E allora il pastore della diocesi isolana cerca di toccare le corde della classe imprenditoriale e dopo aver dichiarato di comprendere anche le difficoltà di chi gestisce un’azienda sottolinea la situazione degli stagionali rimarcando che «molti di loro ora, però, a motivo della pandemia, corrono il rischio di rimanere senza lavoro e tanti potrebbero trovarsi con le tasche vuote», anche perché, ricorda, «non stanno rientrando nei bonus che Governo e Regione hanno deciso di concedere alla categoria; e così, essi, si vedono privati anche di quegli aiuti economici sui quali credevano di poter contare».
Monsignor Lagnese va ancora più dritto al punto, scrivendo ai suoi interlocutori e ponendosi un inquietante interrogativo: «Cosa ne sarà di loro e delle loro famiglie? Per molti di loro quest’estate e, ancor più i mesi successivi, saranno realmente a rischio di fame». Il vescovo d’Ischia, che ha anche partecipato ad una recente manifestazione di piazza degli stagionali, aggiunge che sull’isola le situazioni di disagio economico sono cresciute in numero considerevole e non a caso la Caritas già da tempo sta moltiplicando gli interventi in favore delle famiglie in difficoltà, così come stanno facendo parrocchie ed associazioni di volontariato.
«Ma tutto questo non basta, bisogna fare di più», è il monito del vescovo che poi non risparmia una frecciata alla politica: «E’ importante pungolare quanti hanno responsabilità politiche e di governo perché si adoperino in favore del bene comune». Ma l’appello a riconsiderare la decisione di rimanere chiusi è rivolto sempre agli imprenditori ai quali il vescovo rivolge un ulteriore appello: «Non sempre è giusto fare ciò che appare più conveniente. Le persone che fino a oggi hanno lavorato per te sono legate a te da un patto di solidarietà: non puoi ora sbarazzarti di loro come se fossero un peso».