Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Due sì, i figli, i cani e 23 anni insieme

- di Anna Paola Merone

” Gli equilibri Lei non sarà mai una moglie geisha Ma in lui non trova nessun difetto

Il loro è stato il primo matrimonio celebrato nella diocesi di Napoli dopo il lockdown. Patrizia Pelli e Giuseppe Focone si sono detti sì — per la seconda volta — nella chiesa di Santa Maria della Vittoria lo scorso 30 maggio. Prendendo in contropied­e tutti quelli che non si aspettavan­o da loro un nuovo scambio delle fedi e si sono trovati davanti ad un aggiorname­nto del loro profilo social. I due, che sono insieme da 23 anni, sono sposati civilmente dal 2007. Ma tenevano molto, dopo aver affrontato un intenso percorso di fede, all’unione religiosa. L’emergenza Coronaviru­s non li ha fermati. Avrebbero dovuto sposarsi ad aprile e organizzar­e una grande festa in concomitan­za con il 50esimo compleanno di lei, ma la fase 1 ha imposto limiti e divieti. E così Patrizia e Giuseppe hanno guardato avanti, «al mese della Madonna» sottolinea­no, e ce l’hanno fatta a dirsi sì a maggio. La loro storia incomincia molti anni fa. Si conoscono a casa di amici, ma si perdono di vista. Le loro strade si intreccian­o di nuovo quando lei, separata e con due bimbi piccoli, cerca una nuova casa. Ha individuat­o un immobile, deve firmare il contratto e cerca un consulente che la affianchi per non rischiare di commettere errori. É giovane, ha 27 anni, e inesperta. Le indicano Giuseppe — che è a capo di una società immobiliar­e che opera fra Napoli e Roma — e i due si piacciono subito. Lui la guida all’acquisizio­ne della casa e intanto la osserva da lontano. Passa un po’ di tempo prima che i due inizino a frequentar­si: una cena fuori, un weekend, poi le vacanze. Intanto Patrizia affronta la sua nuova vita nella casa che ha preso, con i suoi piccoli e la mamma. Tre anni dopo, lei è incinta, i due vanno a vivere insieme. Nasce Maria Fabrizia e, dopo altri tre anni, Carola. Un anno ancora e si sposano, con le bimbe ancora piccole. Sono loro ad accompagna­re i genitori all’altare allora e lo faranno poi a 13 anni di distanza. La sposa è in rosa — indossa un impeccabil­e tailleur pantalone di Ganesh — e arriva in taxi insieme con Carola. A causa della pioggia battente rinuncia all’idea di raggiunger­e Giuseppe a piedi che, con Maria Fabrizia, la aspetta in chiesa. Don Michele Autuoro, padre spirituale della coppia, celebra le nozze. Il party che era in programma diventa un brindisi intimo con la famiglia, gli amici di sempre e i quattri cani di casa — Lillo, Maggie the Queen, Little Princess Mirtilla e Orsetto Baloo — che lei considera un po’ angeli con la coda. In 23 anni Giuseppe si è rassegnato all’idea che Patrizia non sarà mai una moglie geisha. Lei ancora si chiede se lui abbia qualche difetto, perché non ne vede nessuno. «Forse perché quando ami qualcuno è facile tutto e questo vale per i cani e per i mariti» racconta alle amiche, convinta che sulle unioni bisogna saper lavorare con impegno e con la capacità di vedere del buono in tutto. Sempre.

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