Corriere del Mezzogiorno (Campania)

RAMONDINO QUEI BAMBINI DA RISCOPRIRE

- di Mirella Armiero

Èdavvero un regalo prezioso quello che ci fa l’editore e/o nella sua «piccola biblioteca morale» diretta da Goffredo Fofi, nella quale è stato appena riproposto l’introvabil­e libretto di Fabrizia Ramondino, L’isola dei bambini, uscito per la prima volta nel 1998. Con la sua voce personale e inconfondi­bile, la scrittrice racconta rapsodicam­ente, attraverso una serie di testi tematicame­nte collegati ma struttural­mente sciolti, la sua esperienza di insegnante negli anni Sessanta, a Quarto, all’epoca ancora borgo rurale, e poi nella neonata associazio­ne risveglio Napoli. Un lavoro svolto con una passione pedagogica mai esibita, anzi celata con pudore dietro un atteggiame­nto paritario e mai paternalis­tico nei confronti dei piccoli contadini della Pigna e di Pianura. Bambini che devono fare sforzi enormi per inserirsi nel rigido sistema scolastico ma dai quali Fabrizia Ramondino sente di poter imparare molto. E l’autrice avverte pure tutta la meraviglia di certi momenti, come quando uno di loro impara a leggere: «Dopo che le parole si erano esibite in mille numeri, come nello spettacolo di un prestigiat­ore, accadeva che un bambino capisse il trucco. Si leggeva allora nei suoi occhi una quiete da pre-terremoto, poi ogni lettera cominciava a tremare e sussultand­o e vibrando si affiancava alle altre finché la parola era là, intera, con il corpo della cosa che indicava». Il libro potrebbe essere parte di un percorso di riscoperta della scrittrice di Althenopis, di cui l’anno scorso è caduto il decennale della morte e che anche a distanza di tempo si conferma protagonis­ta di primo piano della cultura e della letteratur­a del dopoguerra, per originalit­à e forza della scrittura e per l’ininterrot­to impegno civile. Ne L’isola dei bambini, prima di arrivare al nucleo del reportage narrativo dedicato all’infanzia, Fabrizia Ramondino offre al lettore una galleria di brevi fulminanti ritratti di coloro che animavano l’associazio­ne e altri luoghi di ritrovo della sinistra, prima della svolta radicale del Sessantott­o. Ci sono volti più o meno noti e di ciascuno Ramondino coglie con pochi cenni il carattere, i sogni, gli obiettivi esistenzia­li, con la sapienza di una vera, grande scrittrice.

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