Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Non c’è pace in Camera Tra accuse, dimissioni e lo strappo sul bilancio
Fiola: 40 milioni alle imprese, l’opposizione ha perso un’occasione
Non bastassero i maldipancia in casa di Confindustria Napoli, ora i venti di guerra tornano a spirare con forza anche nella casa istituzionale delle aziende partenopee: quella Camera di commercio guidata da Ciro Fiola, leader di Aicast, in sella dal 22 ottobre 2018 grazie a una (solida: 20 consiglieri su 33) maggioranza nella quale non sono presenti — sin dal primo giorno della consiliatura — le più blasonate sigle dell’imprenditoria.
Dall’Unione industriali all’Acen, da Confcommercio a Confartigianato e così via. La premessa
Ieri mattina dalla Camera stessa è stato diffuso un comunicato stampa in cui si annunciava lo stanziamento di 40 milioni di euro «per un piano complessivo di sostegno alle aziende»; fondi che «si aggiungono ai 10 milioni di euro già varati a inizio anno per attività promozionali». Un’azione «poderosa», definita durante la seduta del Consiglio dell’ente. «Sarà la Giunta nelle prossime ore a tracciare le linee di indirizzo su cui saranno costruiti i bandi in uscita tra luglio e settembre, lasciando il mese di agosto in pausa poiché periodo dove le imprese e i professionisti possono essere legittimamente distratti e in difficoltà».
Bilanci e decadenze «Approvati a larga maggioranza — prosegue la nota — anche il bilancio di esercizio 2019, l’aggiornamento della relazione previsionale e programmatica anno 2020 nonché l’aggiornamento del bilancio preventivo 2020». Sempre nella medesima seduta il parlamentino camerale «ha votato la decadenza di tre consiglieri: Felice Califano, rappresentate del Siva, Alessandro Lenoci di Abi e Pasquale Russo, direttore Confcommercio Campania». La Confcommercio, «con la decadenza di Russo e le dimissioni di circa un mese fa del consigliere Giacomo Errico, Commissario campano dell’associazione, perde momentaneamente ogni rappresentanza nella Camera di commercio di Napoli».
La bordata
«Andiamo incontro alle imprese, che in questo periodo sono travolte da una crisi epocale, immettendo nel sistema produttivo energie e opportunità — ha commentato Fiola — Rappresentiamo un riferimento per le 340 mila aziende iscritte e per questo motivo stiamo immaginando numerose iniziative dedicate ai diversi comparti». E ancora: «Si è giunti alla stesura del progetto complessivo di attività da mettere in campo dopo una lunga campagna di ascolto con i vertici del Palazzo della Borsa, alla quale hanno preso parte gli esponenti di tutte le associazioni, delle rappresentanze datoriali e sindacali, con le sole eccezioni di Unione Industriali e Confcommercio. La Giunta Camerale è chiamata adesso a definire le linee di indirizzi dalle quali scaturiranno i bandi. Hanno espresso il voto contrario all’assestamento di bilancio che stanzia i 40 milioni di euro di aiuti alle imprese, i consiglieri che rappresentano Unione Industriali, Acen, Clai, Cna e Confartigianato». Ma Fiola ha comunque assicurato che porterà le proposte delle associazioni all’attenzione della Giunta poiché «considerate meritevoli e condivisibili», dopo l’opportuna verifica con Unioncamere Nazionale. «Hanno perso un’occasione — ha concluso il presidente — sembra quasi che l’emergenza economica e sanitaria non abbia insegnato nulla a qualcuno: antagonismo, astio gratuito ed egoismo devono lasciare spazio all’unità, nell’interesse primario delle imprese e dei loro dipendenti».
Le reazioni
«Il Consiglio camerale convocato oggi (ieri, ndr), mercoledì 24 giugno, tra i diversi punti all’ordine del giorno, ha discusso il tema degli aiuti promozionali alle imprese in difficoltà a causa dell’emergenza Covid-19, facendo ricorso agli avanzi patrimonializzati». La riunione — precisa un documento firmato da Confartigianato, Cna, Claai, Unione industriali e Acen — «non fa che confermare la delusione sul metodo del confronto e sulla mancata volontà di vero dialogo riscontrata». Le «scriventi associazioni, pur dichiarandosi unitariamente e pienamente concordi all’erogazione di giuste misure di sostegno alle imprese colpite dall’emergenza Covid-19, hanno subordinato il loro consenso alla trasparente informativa e condivisione su criteri e metodologie dello stazionamento previsto di 40 milioni alle imprese delle diverse filiere». Invece, «abbiamo registrato il rifiuto del presidente sia a un immeditato confronto di merito su tale punto, sia ad un aggiornamento sugli emendamenti presentati, tra i quali l’erogazione nella misura del 50% degli investimenti già realizzati dalle imprese». Di fronte «a tale intransigente posizione», le sigle che hanno firmato il documento «non hanno potuto che prenderne atto, esprimendo il proprio dissenso all’aggiornamento del bilancio preventivo 2020, pur confermando la necessità di erogare le misure di sostegno alle imprese previa la trasparente condivisione dei criteri di attribuzione. Ciò al fine di evitare “una delega in bianco” su una materia di così grande rilevanza e delicatezza per l’intero contesto imprenditoriale».
Ira Confcommercio
«Il presidente della Camera di commercio ha provveduto a farci decadere dal consiglio dell’ente con un provvedimento del tutto irrituale». Lo ha dichiarato il direttore generale di Confcommercio a Campania Pasquale Russo. Che prosegue: «Noi abbiamo infatti sempre denunciato l’incapacità di questo presidente e dei suoi più stretti collaboratori che non hanno mai favorito le imprese della Campania».
La controreplica
In serata, dal quartier generale di piazza Bovio, arrivano ulteriori precisazioni: «Gli emendamenti per regolamento si presentano per iscritto e nulla è stato presentato o discusso nella seduta di oggi. Nessuna delega in bianco è stata chiesta perché le linee circa la destinazione dei 40 milioni di euro per le imprese dovranno essere tracciate dalla Giunta. Tra l’altro prima di arrivare a questa determinazione sono state promosse dalla presidenza numerose occasioni di incontro alle quali non hanno mai partecipato Confcommercio e Confindustria. E prima della riunione della Giunta ci saranno ulteriori confronti con le rappresentanze sui temi». Sulla «decadenza di Russo (Confcommercio - opposizione) e Califano (Siva - maggioranza), si chiarisce che sono entrambe legate alle assenze consecutive come da statuto. Errico, al contrario, si è dimesso prima di essere anch’egli dichiarato decaduto per gli stessi motivi».