Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Bellini lancia il suo «Piano Be»: palco inglese e pubblico in panca
I fratelli Russo presentano la trasformazione del loro teatro dopo il Covid-19 con il palco all’inglese e il pubblico (più interattivo) sistemato sulle panche: «Una soluzione che tiene insieme il distanziamento e un nuovo uso della scena»
«Piano Be», come le prime lettere del Bellini, come l’alternativa a una precedente idea di stagione, ma soprattutto come esserci (in inglese) nonostante tutto. Sono tanti i significati presenti nel titolo della prima tranche del cartellone postcovid (dal 22 ottobre al 20 dicembre) presentata ieri nella multisala di via Conte di Ruvo. Dove lo spazio più grande tornerà a vestirsi con gli «abiti» del Glob(e)al Shakespeare del 2017: grande palco come lo stage elisabettiano che invaderà l’area della platea, e poltrone smontate a favore di panche distanziate. «Una soluzione – spiega Gabriele Russo che con i fratelli Daniele e Roberta gestisce il teatro di famiglia – che tiene insieme le necessità di distanziamento sociale richieste per tornare all’attività, ma anche la nostra storia recente, ridisegnando lo spazio scenico nel modo che a noi piace di più. Per i palchi, invece, nessun problema, sono di per sé dei divisori che garantiscono massima sicurezza. Avremo così 200 spettatori in sala (speriamo presto 300 se le norme cambieranno), mentre il Piccolo, che resterà così com’è, ospiterà 55 persone».
Una risposta alla crisi drammatica dovuta al Covid-19 che vedrà 54 giorni di programmazione, 15 spettacoli per 99 repliche in sala grande, 9 spettacoli per 40 repliche al Piccolo, 9 spettacoli di danza, 9 spettacoli per ragazzi, 8 concerti, 27 appuntamenti con «Adiacente possibile», 2 teatri «ospiti» a gestire una sala e infine circa 150 tra artisti e tecnici impegnati. Una ripresa possibile, ma per fare cosa?
«L’esperienza della pandemia – proseguono i fratelli Russo – non può non lasciare tracce anche nell’idea stessa di fare teatro. E il tipo di proposta molto articolata con cui ripartiremo ne sarà una chiara conferma». A partire da «Adiacente possibile» un progetto a cura di Agostino Riitano, uno dei protagonisti ideativi di «Matera Capitale della Cultura», che tutti i martedì si collegherà su un grande schermo con call esterne di cittadini pronti a raccontare la realtà dei propri luoghi, uno stimolo per gli attori sul palco e gli spettatori a elaborare possibili sviluppi partendo dagli spettacoli in scena come «Le 5 rose di Jennifer». “Oltre alla nostra versione del testo di Ruccello, sul palco maggiore – continuano Gabriele e Daniele Russo - si alterneranno anche gruppi già di casa qui come Vuccirìa («David»), Carrozzeria Orfeo («Thank’s for vaselina»), Orchestra di Piazza Vittorio, i Pesci (Supernova»), Perrotta-Recalcati, Pisano, e altri che lo diverranno come i Motus («Mdlsx») e Davide Enia («Maggio ‘43»).
A Curare il Piccolo, Mario Gelardi del Nuovo Teatro Sanità e Napoleone Zavatto del Civico 14 di Caserta, mentre Giovanni Block con il suo movimento «BeQuiet» curerà la sezione musicale, Manuela Barbato ed Emma Cianchi quella di danza, Sebastiano Coticelli e Il Teatro nel baule quella riservata ai ragazzi e Marinella Pomarici con l’associazione «A voce alta» gli incontri e gli approfondimenti culturali.